Dpcm Coprifuoco, «Vado da mia figlia malata»: ma si prende 533 euro di multa (e fa ricorso), ecco quando non si rischia

Dpcm Coprifuoco, «Vado da mia figlia malata»: ma si prende 533 euro di multa (e fa ricorso), ecco quando non si rischia
Dpcm Coprifuoco, «Vado da mia figlia malata»: ma si prende 533 euro di multa (e fa ricorso), ecco quando non si rischia
di Veronica Cursi
3 Minuti di Lettura
Martedì 12 Gennaio 2021, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 12:28

Stava guidando la sua Smart, poco dopo la mezzanotte, quando è stato fermato da una pattuglia dei vigili in piazza Vittorio Veneto, nel cuore di Torino. E' il 20 dicembre e l'uomo sta andando a casa dell'ex moglie. «Non sa che c'è il coprifuoco?», fanno presente gli agenti all'automobilista che prontamente replica: «Certo, sto andando da mia figlia che sta male e vive con la madre a San Mauro Torinese». La spiegazione non basta. L'uomo viene multato per violazione del coprifuoco: gli agenti ritengono infatti che non sussista lo stato di necessità e lo multano di 533 euro per violazione delle norme contro il coronavirus.  

Coprifuoco, «La mia ragazza mi ha buttato fuori di casa»: le scuse dei furbetti per evitare le multe

L'automobilista non ci sta e decide di far ricorso e di far valere le sue ragioni. L'episodio, avvenuto prima di Natale, è stato reso noto nei giorni scorsi dall'associazione Globoconsumatori, che assisterà l'uomo, un imprenditore, nel ricorso al prefetto per fare cancellare la multa. «Le dichiarazioni dell’automobilista - fa sapere l'associazione - non sono state controllate e sarebbe bastata una semplice telefonata all'ex moglie per controllare la veridicità di quanto dichiarato in merito allo stato di salute della figlia.

La vicenda lascia senza parole». Come finirà? 

Il caso apre l'interrogativo su quale sia davvero lo stato di necessità per evitare la multa (che può arrivare fino a mille euro) e quando invece l'automobilista non sia altro che un furbetto a caccia di scuse come testimoniano, d'altronde, molti video postati sui social dove viaggiano le trovate più assurde: dall'automobilista cacciato di casa dalla moglie a quello rimasto improvvisamente senza benzina. Forse, ci vuole solo un po' di buon senso. 

Quando non si rischia la multa

Dalle 22 alle 5 si possono spostare quei cittadini impossibilitati a rientrare al proprio domicilio o residenza in altre fasce orarie per motivi di lavoro, salute o necessità. Per esempio: un infermiere che termina il turno di lavoro alle 4 del mattino potrà rientrare presso la propria abitazione munito di autocertificazione. Lo stesso vale anche per i fattorini addetti alle consegne a domicilio o per gli addetti alla raccolta dei rifiuti. Nessuna multa anche per chi esce di notte per raggiunge il medico, la farmacia di turno o assistere un parente in stato di bisogno (da qui il ricorso dell'automobilista). Lo spostamento, però, deve essere urgente, necessario e non procrastinabile al mattino successivo. tutti questi casi, dunque, sull' autocertificazione andrà segnalato il turno di lavoro. In caso di dichiarazioni false, invece, si rischia il carcere da 1 a 6 anni.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA