Dietrofront del senatore Vitali: «Non sosterrò il governo Conte». La svolta nella notte dopo le telefonate di Berlusconi e Salvini

Dietrofront del senatore Vitali: «Non sosterrò il governo Conte». La svolta nella notte dopo le telefonate di Berlusconi e Salvini
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Giovedì 28 Gennaio 2021, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 16:08

ROMA - Dietrofront del senatore di Forza Italia Luigi Vitali che questa mattina ha comunicato che non sosterrà il governo Conte, contrariamente a quanto aveva dichiarato ieri, annunciando anche l'uscita dai forzisti.

«Nelle scorse ore ho avuto modo di interloquire con il Presidente del Consiglio Conte sottoponendogli l'urgenza e l'importanza per il Paese di una riforma complessiva della Giustizia dichiarando il mio appoggio ad un ritorno allo stato di diritto e di garanzie nel processo», è quanto ha spiegato il senatore Luigi Vitali. Che poi ha aggiunto: «È inaccettabile pensare che in un Paese civile siano stati aboliti i termini della prescrizione quando i processi hanno una media di durata al di là di tutti gli standard europei. Questo ragionamento condiviso con Conte» ha concluso «era nel solco di quanto già dichiarato dal Presidente Berlusconi sull'apertura ad un Governo Istituzionale e a quanto dichiarato dal Segretario Matteo Salvini circa la volontà di parlare con chiunque a patto che fossero messi al centro i contenuti di una piattaforma di Governo che prevedesse tra gli altri una riforma della Giustizia e Fiscale.

Percorsi utili ed essenziali per evitare elezioni anticipate che tutt'ora ritengo insensate. Ribadisco dunque nessun appoggio politico al Conte Ter». 

In un'intervista ad HuffingtonPost, lo stesso Vitali ha spiegato la svolta nella notte: «Quando è uscita la notizia, mi ha chiamato subito Berlusconi dicendomi: da te non mi aspettavo questa cosa, dopo venticinque anni di attività politica insieme, con tutte le cose che abbiamo realizzato, con la tua storia alle spalle… Ho risposto: presidente, ma qui si scivola verso le elezioni. E lui ha replicato di essere stato il primo a lanciare la disponibilità verso un governo di larghe intese. Qualcuno però deve raccogliere questo segnale. Poi mi ha chiamato anche Salvini per dirmi: ma che fai? Ma proprio tu?». 

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