Decreto Draghi: ristoranti e bar aperti se calano i contagi. Scuole, alt alle Regioni

Decreto Draghi nuovo: se caleranno i contagi ristoranti e bar aperti. Scuole, alt alle Regioni
Decreto Draghi nuovo: se caleranno i contagi ristoranti e bar aperti. Scuole, alt alle Regioni
di Marco Conti
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Martedì 30 Marzo 2021, 23:12 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 17:04

Non sarà un Consiglio dei ministri facile quello che nel pomeriggio, tra lockdown e regioni in zona rossa, è chiamato a varare un nuovo decreto per il contenimento del Covid-19 e che dovrebbe valere dal 7 al 30 aprile. Nel governo Draghi si fronteggiano le due note fazioni, e non è escluso che serva un vertice politico prima del Consiglio. Più aperturisti i ministri di Lega e FI (Giorgetti e Gelmini). Molto prudenti quelli di M5S, Pd e Leu (Patuanelli, Franceschini e Speranza), con in mezzo Iv (Bonetti) che chiede di decidere seguendo i dati. Sulla necessità di non allentare le misure e l’attuale sistema dei colori ridotti all’arancione e al rosso, sulla carta nessuno si oppone.

Lo scontro è sulla richiesta di un sostanziale ritorno della zona gialla sollecitata da Lega e FI qualora l’indice dei contagi arrivi sotto “uno” per sette giorni consecutivi.

Mario Draghi nell’ultima conferenza stampa aveva spiegato che la riapertura delle scuole sino alla prima media anche nelle zone rosse è l’unico “lusso” che - dati alla mano - ci si può permettere ora.

Decreto Draghi, ipotesi ristoranti aperti a pranzo. Misure da zona gialla se contagi più bassi

Mascherina obbligatoria ovunque (spiaggia compresa) anche per chi è vaccinato: la Spagna fa da apripista

Un “lusso” che intende difendere anche lavorando ad una norma che impedisca ai governatori di fare di testa propria rimandando gli studenti di elementari e prima media a casa. Draghi non aveva comunque chiuso ad una possibile verifica, nel corso del mese, sull’opportunità delle misure restrittive in relazione all’andamento dei contagi.


Matteo Salvini da giorni però preme. Chiede di inserire nel decreto una sorta di automatismo in modo da permettere, nelle regioni che per una settimana avessero i contagi sotto la soglia Rt di 1, di riaprire bar, ristoranti, locali pubblici, cinema, teatri. Nonchè di ripristinare la libertà di muoversi in altri comuni o regioni anche se non si ha una seconda casa. A tutti gli effetti si tratta del ripristino della zona gialla che per i tecnici del Cts «è in grado di contenere i contagi, ma non di ridurli» e che spaventa il ministro Speranza come il collega Franceschini. La mediazione che Draghi porterà in Consiglio dei ministri prevede che il 15 o il 20 aprile venga fatta una valutazione dei dati che, se molto positivi, potrebbe permettere di concedere nuove aperture anche di ristoranti, bar e cinema. Sarebbe un modo per preparare il Paese alle riaperture senza però smontare l’attuale sistema dei colori e le relative restrizioni ed evitare di limitare la vigenza del decreto al 15 aprile, come ieri qualcuno chiedeva.

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Lo spiraglio sarebbe anche un segnale di fiducia legato all’andamento della campagna vaccinale che proprio a metà del mese prossimo dovrebbe entrare nel suo clou grazie al massiccio arrivo delle dosi promesse da Bruxelles. Al braccio di ferro contribuiscono anche i presidenti di regione, in netta maggioranza di centrodestra, che ieri l’altro hanno chiesto al governo di dare segnali precisi sulle riaperture. 


Nel decreto è previsto anche l’inserimento dell’obbligo vaccinale per chi lavora in strutture sanitarie. Sul tema, sollevato da più parti dopo i casi di anziani contagiati da operatori sanitari non vaccinati, ha lavorato la ministra della Giustizia Marta Cartabia insieme al ministro della Salute Roberto Speranza. L’obbligo vaccinale non sarà solo per medici e infermieri ma riguarderà tutti coloro che, a vario titolo, operano in strutture sanitarie, in residenze per anziani e studi privati. L’obbligo scatta quindi non solo per medici e per coloro che lavorano in corsia, ma anche, per esempio, per agli addetti alla reception e per gli impiegati che hanno contatto con il pubblico. Dalle sanzioni è sparito il licenziamento ma potrebbe scattare la sospensione dal lavoro e dallo stipendio per tutto il tempo in cui la pandemia rappresenterà un pericolo. Previsto anche lo “scudo penale” per coloro che somministrano il vaccino, limitando la punibilità ai soli casi di colpa grave.

 


Resta anche dopo il 7 aprile il divieto di spostarsi tra le regioni. La mobilità sarà consentita solo per motivi di salute, necessità e urgenza, ma si potrà sempre raggiungere la propria residenza, domicilio o abitazione. Così come si potrà andare nelle seconde case, comprese quelle in zona rossa, sempre che siano di proprietà o in affitto con un contratto firmato prima del 14 gennaio e che non rientrino nelle regioni che hanno emesso ordinanze ancor più restrittive come hanno fatto, per Pasqua, Toscana, Alto Adige, Valle d’Aosta, Sardegna e Liguria, che ha esteso il divieto anche a barche, camper e roulotte.

ISTRUZIONE

I più piccoli in aula anche in zona rossa

Come ormai già noto, il 7 aprile è la data designata dal governo per il ritorno a scuola anche in zona rossa. I bambini di asili e materne e gli studenti della scuola primaria non dovranno più restare in Dad. Per evitare però fughe in avanti dei governatori come già capitato in passato, sarà espressamente previsto il divieto per le Regioni di chiudere le scuole fino alla prima media, a prescindere dal colore del territorio.

SPOSTAMENTI

Prorogato il divieto di varcare i confini regionali

Nel decreto legge in via di definizione dovrebbe essere contenuta anche l’ulteriore proroga del divieto di spostarsi tra Regioni (a prescindere dal loro colore) eccetto che per far rientro presso la propria residenza o per motivi di necessità. Dovrebbero restare consentiti anche gli spostamenti verso le seconde case (con i limiti noti, come spostarsi da soli, verso abitazioni vuote e di cui si può dimostrare la proprietà).

CONVIVIALITA'

Locali ancora chiusi ma con uno spiraglio per la metà del mese

Con la zona gialla ancora nei fatti abolita, ristoranti e bar devono restare chiusi. Tuttavia, qualora i dati dell’epidemia dovessero risultare incoraggianti al momento della rivalutazione prevista per la metà del mese di aprile, questi potrebbero riaprire almeno a pranzo. Magari fino alle 15 o alle 16. Non si tratterebbe però della cosiddetta “zona gialla rinforzata”, quanto piuttosto di un arancione meno stringente. 

SELEZIONI

Concorsi pubblici in presenza ma con la Ffp2

Dopo il via libera del Cts nel testo approderà il protocollo per lo svolgimento dei concorsi pubblici in presenza. Tra le indicazioni, quella di tenerli su base provinciale o regionale o in spazi ampi all’aperto (ove possibile). Inoltre previsti orari di ingresso scaglionati per i candidati che dovranno presentarsi con un tampone negativo fatto nelle 48 ore precedenti e con una mascherina Ffp2.

SHOPPING

Centri commerciali sempre off limits  nel fine settimana

Cambia poco o nulla per le attività commerciali. Se quelle considerate di prima necessità (come supermercati e rivendite di alimentari in genere, o farmacie ed edicole) restano sempre aperte - con una lunga lista che include anche ferramenta e librerie - pure i centri commerciali dovranno attenersi alle medesime regole. E quindi chiudere nel weekend tanto in zona rossa quanto in zona arancione.

OSPEDALI, CLINICHE E CASE DI RIPOSO

Sanzioni per i sanitari  non vaccinati

Nel nuovo decreto in arrivo oggi si dovrebbe finalmente essere una norma risolutiva che impone di fatto l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari no-vax. Il Ministero della Giustizia, a quanto si apprende, sta infatti lavorando ad un meccanismo che preveda sanzioni, pecuniarie e disciplinari (come lo spostamento da un reparto all’altro), per quegli operatori sanitari che rifiutano di farsi vaccinare.

SPORT

In arrivo lo scudo penale per i vaccinatori

Tra le norme introdotte ce ne dovrebbe essere a tutela dei medici vaccinatori per ipotetici casi letali seguenti alla somministrazione. Non potrà chiamarsi “scudo penale” - visto che il procedimento si aprirà in ogni caso con iscrizione nel registro degli indagati di chi ha vaccinato in base alle decisioni del pm - ma la garanzia sarà valida perché ci sarà una distinzione tra decesso “colposo” e quello derivato da “colpa grave”. 

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