Covid, lite tra Lazio e Sardegna sui tamponi agli imbarchi: «Test a chi torna a Roma». «Fateli a chi viene sull'isola». Poi l'accordo

Covid, lite tra Lazio e Sardegna sui tamponi agli imbarchi: «Test a chi torna a Roma». «Fateli a chi viene sull'isola»
Covid, lite tra Lazio e Sardegna sui tamponi agli imbarchi: «Test a chi torna a Roma». «Fateli a chi viene sull'isola»
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Sabato 22 Agosto 2020, 20:16 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 14:59

Covid. È "lite" tra il Lazio e la Sardegna per i tamponi sui vacanzieri agli imbarchi. Da un lato il Lazio che con il presidente Nicola Zingaretti (insieme all'assessore alla Sanità Alessio D'Amato) insiste: «Il Ministero della Salute e la Regione Sardegna devono urgentemente predisporre controlli con tampone agli imbarchi dei traghetti». Allerta lanciata dopo l'escalation di casi di persone positive rientrate dall'isola a Roma e nelle altre province negli ultimi giorni. Incremento che ha portato il Lazio al record assoluto di casi in un solo giorno dall'inizio dell'emergenza. Dall'altro la replica della Regione sarda, affidata all'assessore della Sanità  Mario Nieddu: «Sarebbe il caso che facessero dal Lazio i tamponi agli imbarchi per la Sardegna e non il contrario, perché la nostra regione era pulita, avevamo azzerato i casi». Dopo una giornata di botta e risposta, arriva il "cessate il fuoco": reciprocità tra Lazio e Sardegna nell'effettuare i tamponi, con test in Sardegna per chi lascia l'isola e test nel Lazio per chi parte per la Sardegna. 

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L'accordo

Sarebbe questa, secondo quanto apprende l'ANSA, la soluzione alla quale starebbero lavorando i tecnici delle due regioni con la mediazione del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia. L'intesa prevederebbe che il Lazio si faccia carico dei tamponi e test per garantire la sicurezza di chi arriva, così come giá avviene a Ciampino e Fiumicino, mentre da parte della Sardegna c'è stata l'immediata disponibilità per la ricerca di una soluzione che garantisse la sicurezza di tutti. Il modello di accordo potrebbe essere replicato anche con le altre regioni in caso fosse necessario.
 

L'affondo

In precedenza'esponente della giunta Solinas aveva tuonato: «Vorrei ricordare al governatore Zingaretti e all'assessore D'Amato che i giovani romani che sono tornati positivi nel Lazio - dice ancora l - non si sono sicuramente infettati nella nostra isola ma probabilmente prima di arrivare qui hanno girato mezza Europa, frequentando posti a rischio. Sono loro che hanno portato il virus in Sardegna e non il contrario». Nieddu ha poi ribadito che i numeri della Sardegna «continuano a essere bassissimi rispetto ai loro, ciò significa che il virus circola nel Lazio, non da noi». E chiude con una stoccata: «Noi siamo bravi a tracciare e a contenere i contagi, non so quanto lo siano loro».
 

La posizione del Lazio

«Dai nostri dati - aveva invece sottolineato Zingaretti - i positivi asintomatici agli sbarchi sono moltissimi, ma coloro che vengono eventualmente contagiati in viaggio non è possibile intercettarli allo sbarco perché il contagio si manifesta solo dopo alcuni giorni. Sono persone asintomatiche che stanno bene ma possono essere veicolo di contagio per altri familiari e persone fragili. C'è un dato tecnico scientifico da tenere in considerazione. Fare viaggiare i traghetti con questa promiscuità è un errore perché moltiplica i contagi di persone che poi tornano alle loro case in tutta Italia. Ecco perché - conclude Zingaretti - è fondamentale fare i tamponi rapidi agli imbarchi ed eventualmente far scattare la quarantena a terra o iniziare l'isolamento già nelle navi».
 

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