Coronavirus, nei supermercati niente penne e pennarelli: «Vietata la vendita». Ecco il motivo

Coronavirus, nei supermercati niente penne e pennarelli: «Vietata la vendita». Ecco il motivo
Coronavirus, nei supermercati niente penne e pennarelli: «Vietata la vendita». Ecco il motivo
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Sabato 21 Marzo 2020, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 19:08

Chi frequenta i piccoli supermercati in cui si vendono solo generi alimentari non se ne sarà accorto, ma l’emergenza coronavirus ha portato forti limitazioni a ciò che si può o non si può comprare durante la propria spesa quotidiana: alcuni prodotti sono stati infatti vietati alla vendita, con tanto di barriere o imballaggi a impedirci di inserirli nel nostro carrello.

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Parliamo di prodotti da cancelleria, come pennarelli, quaderni, block notes, ma anche la biancheria e i giochi per bambini: il motivo principale è la definizione di bene di prima necessità, dato che il decreto dell’11 marzo impone che restino aperti solo i negozi che vendono appunto generi alimentari o una serie di beni ritenuti essenziali. Ma dietro la decisione non c'è solo la definizione di bene essenziale, ma anche la necessità da parte dei supermercati di tenere la clientela al loro interno il meno tempo possibile, per evitare assembramenti o code troppo lunghe.

Dopo i primi giorni di confusione, il Governo ha poi corretto il tiro: il divieto riguarda solo i weekend, e non tutto il territorio nazionale, ha specificato Federdistribuzione, come rileva il sito Bufale.net. «I divieti previsti dal Ministero dell’Interno per le giornate prefestive e festive mirano probabilmente a ridurre le possibilità di spostamento delle persone in queste giornate, limitando al minimo i prodotti acquistabili e quindi il tempo di permanenza nel negozio - specifica Federdistribuzione a Giornalettismo - Questo crea certamente un disservizio per le persone, che si trovano costrette a tornare nuovamente nel negozio nella settimana, per gli acquisti che non ha potuto fare nel fine settimana».

LE DIFFERENZE Il decreto dell’11 marzo ha imposto infatti la chiusura di tutte le attività che non commerciano servizi essenziali, ma ha consentito l’apertura di negozi di articoli sanitari, ferramenta, ottica e altri articoli per la casa. Nei supermercati però da anni si vendono anche altri tipi di articoli che non rientrano tra i beni essenziali, da qui la decisione di vietarne la vendita al loro interno. Per non fare concorrenza sleale alle cartolerie, ad esempio, costrette a chiudere dal decreto dell'11 marzo, ma anche - come detto - per limitare al massimo il tempo passato dai clienti tra gli scaffali.

Il caso nei giorni scorsi aveva provocato una polemica social: in un periodo in cui gli studenti continuano a fare lezioni anche se online, e i lavoratori continuano a lavorare da casa con lo smart working, era così necessario vietare la vendita di penne e pennarelli? Specie considerando che invece i negozi di computer sono rimasti aperti, proprio per venire incontro alle esigenze di chi lavora con il proprio computer? La risposta è parzialmente arrivata.

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