Coronavirus, i governatori leghisti: «Isolare alunni dalla Cina». È polemica. Conte allo Spallanzani. 425 morti

Coronavirus, 4 regioni del Nord: «Isolamento per alunni che tornano da Cina». I 56 italiani alla Cecchignola per la quarantena. I guariti sono 530
Coronavirus, 4 regioni del Nord: «Isolamento per alunni che tornano da Cina». I 56 italiani alla Cecchignola per la quarantena. I guariti sono 530
di Giuseppe Scarpa
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Lunedì 3 Febbraio 2020, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 07:30

Mettere in isolamento i bambini e i ragazzi che rientrino dalla Cina, per i rischi legati al coronavirus. Lo chiedono al ministro della Sanità quattro governatori leghisti, il presidente del Veneto Luca Zaia, il lombardo Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia e Maurizio Fugatti, presidente delle provincia di Trento Maurizio Fugatti (non firma il presidente del Trentino-Alto Adige, Arno Kompatscher). Dicono di non voler «ghettizzare» nessuno studente ma «dare risposta all'ansia di tanti genitori». Le misure adottate, inclusa una circolare alle scuole, «tutelano la salute dei bambini e della popolazione», replica l'Istituto superiore di sanità. Ed è alla voce degli esperti che scelgono di affidarsi il premier Giuseppe Conte, che annuncia una riflessione su «aiuti alle imprese» danneggiate dall'emergenza, e il ministro della Salute Roberto Speranza. Il ministro della Scuola Lucia Azzolina prova a tranquillizzare: «Tranquillità assoluta. La propaganda non fa bene, non ci sono motivi per escludere gli alunni dalla scuola». Nelle scuole finora la psicosi non sembra essersi alzata a livello di guardia. Conte annuncia una task force ministeriale e annuncia «che si ragionerà su aiuti alle imprese».

Intanto l'aereo con i 56 italiani tra cui sei bambini provenitenti da Wuhan è atterrato stamani a Pratica di Mare, alle porte di Roma. Si tratta del Boing KC767A del 14esimo stormo dell'Aeronautica Militare. La febbre ha impedito l'imbarco a un ragazzo di 17 anni che è quindi rimasto in Cina. Altri 23 sono rimasti a Wuhan volontariamente. Gli italiani, una volta sottoposti a un primo screening medico anti-Coronavirus, sono stati trasferiti alla città militare della Cecchignola dove trascorreranno quattordici giorni in quarantena. Intanto il premier Giuseppe Conte è staato all'ospedale Spallanzani di Roma per incontrare il direttore sanitario e i ricercatori che hanno isolato il coronavirus, secondo quanto si apprende.

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Quattro regioni scrivono al ministro. I governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige hanno scritto una lettera comune al Ministero della Sanità chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. «Non c'è nessuna volontà di contrapposizioni politiche, nè tantomeno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all'ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso», dice il Presidente del Veneto, Luca Zaia.

Iss: nessun rischio. Le misure adottate rispetto al rischio legato al coronavirus «tutelano la salute dei bambini e della popolazione». Lo afferma l'Istituto superiore di sanità (Iss). Oggi i governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige che hanno chiesto al ministro della Salute che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. Al momento, rileva l'Iss, «l'Italia è tra i paesi che hanno adottato le misure più ampie ed articolate».



Si sta inoltre procedendo al rafforzamento degli organici del personale medico nei porti e negli aeroporti italiani e sono allo studio misure finalizzate al controllo anche sui voli di transito indiretti dalla Cina. Sono alcune delle azioni, secondo quanto si apprende, sulle quali sta lavorando il ministero della Salute, la cui task-force per l'emergenza coronavirus si è riunita anche questa mattina. 


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Spallanzani, test megativo sull'irlandese. Un nuovo paziente è arrivato nella tarda serata di ieri all'ospedale Spallanzani di Roma «in condizioni compromesse e attualmente si trova in rianimazione». I test effettuati hanno escluso il coronavirus. Al paziente è stato somministrato il test del Coronavirus in via del tutto precauzionale. Si tratta di un cittadino irlandese, anziano, che si trovava in crociera nel Mediterraneo.

In tutto sono ora 39 i pazienti sotto osservazione nell'ospedale romano, compresi i due cinesi che hanno contratto il virus. Venti fanno parte della comitiva della coppia. Le loro condizioni di salute sono buone e resteranno in quarantena fino al termine del periodo previsto dalle procedure. Sono invece già stati dimessi 20 pazienti dopo il risultato negativo dei test. Tra questi ci sono l'uomo di nazionalità rumena e la donna di nazionalità cinese residente a Frosinone.

530 LE PERSONE GUARITE
Salgono ancora i contagi, cresce il numero dei morti a 425 ma, a un ritmo superiore, aumenta anche il numero di chi è guarito dall'infezione da coronavirus. Il totale delle persone ricoverate e dimesse in tutto il mondo dopo essere state colpite dal virus nato in Cina è salito a 530, più di cento in più nel giro di 24 ore, mentre i morti nello stesso arco di tempo sono aumentati di poco più di cinquanta unità. Un ritmo di crescita più che doppio che offre un segnale di ottimismo rispetto alla possibile evoluzione della malattia. È quanto si rileva dai dati della mappa online sviluppata dal Center for Systems Science and Engineering della statunitense Johns Hopkins University. Allo stesso tempo, tuttavia, la curva di crescita dei contagi tracciata dal sito si presenta leggermente più ripida negli ultimi giorni, sintomo di un'ulteriore accelerazione del contagio. La mappa della diffusione della malattia, che segna in rosso le zone colpite, disegna un enorme cerchio scarlatto sulla Cina, dove naturalmente si registra il maggior numero di malati: 17.306 su un totale globale arrivato a quota 17.489. Nel resto del mondo, una serie di pallini di dimensioni diverse, ma tutti molto più piccoli, marchiano un totale di 27 Paesi coinvolti (il conteggio di Hong Kong è considerato a parte rispetto alla terraferma cinese). Fuori dalla Cina, il più colpito resta il Giappone, con 20 casi confermati e nessun nuovo contagio nell'ultima giornata.
Seguono la Thailandia, Singapore, Hong Kong, Corea del Sud, Australia e Stati Uniti. Il primo Paese europeo nella classifica è la Germania, con 10 casi, seguita dalla Francia (6) e dall'Italia, con i suoi due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani. Come fonti per l'elaborazione, il sito cita i dati dell'Oms, dell'americano Centers for Disease Control and Prevention, dello European Centre for Disease Prevention and Control, e delle cinesi Nhc e Dhc. 


GLI ITALIANI
Dopo gli screening medici gli italiani arrivati a Pratica di Mare hanno lasciato l'aeroporto a bordo di due pullman militari in direzione della città militare della Cecchignola per i 14 giorni di quarantena. Sia il personale sanitario, sia i soldati a bordo, sia i passeggeri indossavano mascherine e occhiali protettivi (video).

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«Stiamo bene, il volo è durato 13 ore. Abbiamo viaggiato meglio che in qualsiasi altra economi di linea. Non possiamo dire di essere al settimo cielo, perché hai sempre il timore di poter aver contratto il virus. Ma siamo felici». Queste le prime parole di uno dei passeggeri atterrati stamattina, il modenese Michel Talignani. «Ieri mattina dall'hotel di Wuahn sono venuti a prenderci con il pulmino. L'autista aveva i permessi per superare i blocchi della polizia cinese e entrare nella zona protetta. L'autista ci ha portato all'aeroporto, lì abbiamo trovato altri tre pullman di italiani. Un operatore ci ha radunato e ci ha dato le direttive per il check in, l'imbarco dei bagagli e il controllo passaporti. A quel punto hanno misurato a tutti la temperatura per tre volte. Allo studente di 17 anni hanno rilevato al primo controllo. Aveva 37.7».

La febbre ha impedito l'imbarco a uno dei 57 italiani. Si tratta di un ragazzo di 17 anni. Era pronto a salire sul Boeing ma si è fermato prima di arrivare alla scaletta dell'aereo. I medici militari hanno verificato solo lo stato influenzale, perciò ancora non si sa se il giovane sia affetto da coronavirus.  Il ragazzo è uno studente, ha la febbre a 37.7 e il limite è a 37.3. Lo hanno ricoverato all'ospedale di Wuahn.
 

Le poche linee di febbre sono state comunque sufficienti per farlo rimanere a terra. I protocolli di sicurezza, al fine di tutelare gli altri connazionali, parlano chiaro. Il Boeing perciò ha lasciato la città, capoluogo della provincia cinese dell'Hubei, epicentro della malattia con 56 italiani a bordo. Il volo avrebbe dovuto comprendere un numero maggiore di passeggeri, ma in 10 hanno deciso di non partire.

16 STRANIERI CONTAGIATI IN CINA
Intanto la Cina ha fatto sapere che gli stranieri contagiati in Cina dal nuovo coronavirus di Wuhan sono 16 finora, di cui 2 già dimessi dall'ospedale. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying che, senza precisare la loro nazionalità. I 14 sono tutti in quarantena in condizioni stabili.

In mattinata i nostri connazionali varcheranno la soglia del centro sportivo dell'esercito della Cecchignola, a sud di Roma. Seconda fase e meta finale per i 56 che qui trascorreranno i 14 giorni della quarantena. Una scorta di carabinieri e polizia li accompagnerà, in un quarto d'ora, dall'aeroporto militare di Pratica di Mare. L'atterraggio del 767 kc dell'aeronautica sancirà la conclusione della prima fase. Quando il bestione da 160 mila libbre, in forza al 14° Stormo, poserà le ruote a terra, verrà effettuato l'ennesimo screening sui 56. Il terzo controllo nell'arco di una giornata. Il primo è già stato effettuato dai cinesi in aeroporto, il secondo dai medici militari del Boeing prima del decollo e l'ultimo è previsto a Pratica di Mare. Nessuno, degli italiani di Wuhan, arriverà alla Cecchignola con una sola linea di febbre. I casi sospetti verranno isolati, momentaneamente alloggiati in una sorta di incubatrice a pressione negativa nell'aeroporto militare: una stanza in pvc, alimentata con aria continuamente filtrata. E in caso di anomalie saranno immediatamente accompagnati all'ospedale Spallanzani, centro specializzato per le malattie infettive.

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IL DISPOSITIVO
Tutto questo per ridurre al minimo la possibilità di ospitare, alla Cecchignola, possibili casi di italiani positivi al virus. Nonostante queste misure, nel centro sportivo dell'esercito, si è scelto di elevare gli standard di sicurezza al massimo. È un dispositivo studiato nei minimi dettagli, quello coordinato dal ministero della Difesa guidato da Lorenzo Guerini. Già sul Boeing i 56 compileranno un modulo dove indicheranno eventuali allergie alimentari. Solo il primo giorno il menù sarà vincolato. Poi verrà calibrato a seconda delle richieste.

Ecco cosa mangeranno oggi: a pranzo un risotto speck e scamorza, una frittata con spinaci e un contorno di finocchi gratinati. A cena il riso in bianco, un piatto di salumi e formaggi accompagnati da dei cavolfiori spadellati. I cibi saranno serviti in vaschette monoporzione, sigillati, con forchetta, cucchiaio e coltello. Dovranno essere consumati rigorosamente all'interno della stanza in cui gli ospiti vivono. Al termine del pasto, gli avanzi, i contenitori e le posate dovranno essere buttate in una busta che loro stessi dovranno chiudere. Il sacchetto, infine, verrà trattato come un rifiuto speciale. I 56 trascorreranno i 14 giorni suddivisi in due palazzine colore ocra, da tre piani.

LE PRECAUZIONI
Le diverse stanze verranno assegnate a seconda del numero dei componenti della famiglia. Tutte hanno il bagno in camera, il televisore e il wi-fi. Dovunque, poi, campeggia la scritta in italiano e cinese: Lavarsi spesso le mani. Una doppia indicazione perché alcuni bambini, infatti, hanno maggiore dimestichezza con la lingua del Paese in cui vivono da anni. Inoltre non potranno esserci contatti con i familiari. «Non potrò subito riabbracciare i miei cari, ma va bene, sarò comunque più tranquillo», ha detto ieri Michael Talignani, uno dei 56 italiani, prima di imbarcarsi sul Boeing da Wuhan.

Anche per questo, nel team che si prenderà cura di loro, è presente uno psicologo, gli altri sono medici e infermieri. Personale sanitario che, per relazionarsi con loro, dovrà comunque indossare mascherine, guanti e tuta. La prudenza è ovviamente la regola. Anche per questo nel centro esiste una camera, sulla cui porta è affissa la scritta: Stanza di isolamento. Si spera che non debba essere mai impiegata. Ma nel caso in cui, a qualcuno dei 56 italiani di Wuhan dovesse salire la febbre, verrebbe immediatamente utilizzata. Una collocazione momentanea, per poi essere trasferito allo Spallanzani


IL VIRUS
Intanto i 425 morti in Cina legati al nuovo coronavirus di Wuhan, annunciati oggi dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc), superano i decessi causati dalla Sindrome respiratoria acuta grave (Sars) che nel 2002-03 furono 349, secondo i numeri ufficiali dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Allo stato, i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sars. La Cina ha registrato ieri 57 nuovi decessi. Si attestano a 21.558 i casi sospetti, mentre le guarigioni accelerano a quota 475.

 
 

Intanto l’Università di Princeton, nel New Jersey, ha chiesto a 108 studenti appena tornati dalla Cina di ritirarsi in quarantena per due settimane. Gli studenti non potranno assistere a lezioni o girare per il campus. L’università fornirà loro assistenza a domicilio, sia per quanto riguarda l’alimentazione che i controlli medici: «La condizione di ogni studente verrà valutata caso per caso» ha detto il portavoce Michael Hothkiss. Princeton ha preparato una squadra che si occupa di assistere gli studenti in quarantena, anche per assicurarsi che non restino indietro con gli studi. Al momento non si sono verificati casi di contagio nell’Università, il cui portavoce ha spiegato che la richiesta di quarantena è stata decisa al solo scopo preventivo. Princeton si trova nello Stato del New Jersey, dove si trova anche l’aeroporto di Newark, uno dei pricipali aeroporti internazionali del Nord America. Il governatore dello Stato, Phil Murphy ha firmato un decreto per «coordinare tutti gli sforzi dello stato ed essere pronti a rispondere al rischio rappresentato dal coronavirus».
 

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