Coronavirus: tre detenuti morti dopo la rivolta scoppiata nel carcere di Modena per paura del contagio

Coronavirus, paura contagio: rivolta nelle carceri di Frosinone e Modena
Coronavirus, paura contagio: rivolta nelle carceri di Frosinone e Modena
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Domenica 8 Marzo 2020, 15:08 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 11:41

  1. Ieri Salerno, oggi Modena, Napoli e Frosinone, ma anche Vercelli, Alessandria, Foggia. L'onda lunga del coronavirus arriva nelle carceri italiane e si trasforma in protesta, quando non in aperta rivolta. Il fatto più grave è accaduto a Modena, dove tre detenuti sono morti. Nel primo pomeriggio i detenuti, protestando per le misure di prevenzione per il Covid-19, si erano barricati nell'istituto della città emiliana. Due agenti sono rimasti lievemente feriti nelle fasi più concitate, prima che il personale del carcere - una ventina tra poliziotti e sanitari - fosse fatto uscire.

Sono tre i detenuti deceduti nel carcere di Modena: lo si apprende da fonti dell'amministrazione penitenziaria, secondo cui allo stato non è risultato alcun segno di lesione sui corpi. Due decessi, infatti, sarebbero riconducibili all'uso di stupefacenti, mentre il terzo detenuto è stato rinvenuto in stato cianotico, di cui non si conoscono le cause. Le tre morti non sarebbero direttamente riconducibili alla rivolta nel carcere, precisano le fonti, anche se gli accertamenti sono appena cominciati e sono tuttora in corso. Anche per quanto riguarda le cause dei decessi, le verifiche sono in fase preliminare ed avrebbero evidenziato che uno dei tre è morto per abuso di sostanze oppioidi, l'altro di benzodiazepine, mentre il terzo è stato rinvenuto cianotico, ma non si conosce il motivo di questo stato.

Sul posto è arrivato anche il prefetto, assieme alle forze di polizia che si sono schierate di fronte alla struttura da cui è stato visto uscire del fumo, probabilmente a causa di un incendio di materassi. Poi, in tarda serata, la notizia della morte dei tre detenuti. Secondo il Sap, il sindacato della polizia penitenziaria, i carcerati «chiedono provvedimenti contro il rischio dei contagi» spiega il segretario Aldo Di Giacomo. La sospensione dei colloqui, prevista dalle misure anti-coronavirus, è alla base della protesta nel carcere napoletano di Poggioreale, dove alcuni detenuti sarebbero saliti sui muri del cosiddetto 'passeggio', nella zona interna del penitenziario. Parallelamente, al di fuori del carcere, c'è stata la protesta dei parenti dei carcerati, anche loro per lo stesso motivo. Indulto, amnistia o arresti domiciliari ciò che hanno chiesto per i loro familiari reclusi, bloccando anche il passaggio dei tram. La protesta è rientrata nel tardo pomeriggio. Le misure sui colloqui previste dal dpcm anti-coronavirus (vanno usate modalità telefoniche o video) sono state la scintilla che ha fatto sollevare anche i detenuti di Frosinone: un centinaio si sono barricati all'interno della seconda sezione, da cui è stato visto provenire fumo. Sul posto è accorso il garante regionale Stefano Anastasia: «Per il momento - riferiva nel tardo pomeriggio - siamo in fase di attesa. Non si vuole fare alcuna azione di forza per non creare tensioni. Siamo in trattativa».


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A Frosinone comunque non ci sono stati episodi di violenza contro il personale: «La situazione da questo punto di vista - aggiunge il garante - è relativamente pacifica». «Il nuovo decreto legge - il commento di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, l'associazione per i diritti dei detenuti - contiene l'apertura a misure come l'aumento della durata delle telefonate e l'incentivo ad adottare misure alternative e di detenzione domiciliare. Ci appelliamo dunque ai direttori delle carceri e ai magistrati di sorveglianza».

Rivolta dei detenuti, che hanno preso in ostaggio due agenti di polizia penitenziaria, nella casa circondariale di Pavia Torre del Gallo. I detenuti hanno rubato le chiavi delle celle agli agenti e hanno liberato decine carcerati. Lo si apprende dai sindacati Uilpa e Sappe, che parlano di «devastazione» con i detenuti che si stanno picchiando tra di loro. Sarebbero in arrivo da San Vittore e Opera, secondo le stesse fonti, agenti di rinforzo. Dalle prime scarne notizie che arrivano dal carcere di Pavia, dove è in corso una rivolta dei detenuti, i due agenti di polizia penitenziaria che sarebbero stati presi in ostaggio sarebbero anche stati picchiati violentemente. La rivolta è iniziata verso le 19.30-20 ed è nata, come a Modena, per il divieto delle visite dei parenti a causa delle norme di contenimento del coronavirus. È stato riferito che i detenuti starebbero cavalcando quest'onda per ottenere misure alternative speciali. Dal carcere di San Vittore e Opera sono stati mandati agenti di rinforzo per sedare la sommossa dei circa 400 detenuti. 

E sarebbe poi finito, nel carcere di Pavia, il sequestro di due agenti di polizia penitenziaria presi in ostaggio dai detenuti. Lo si apprende da fonti sindacali. Uno dei due agenti sarebbe stato liberato dagli stessi carcerati mentre il secondo a seguito di un intervento della polizia penitenziaria. Secondo le prime e frammentarie notizie che trapelano, uno dei due agenti sarebbe il comandante della polizia penitenziaria del carcere Torre del Gallo di Pavia.
 

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