Tanto di cappello, così la Puglia ti prende per la gola: ecco gli chef più bravi

Tanto di cappello, così la Puglia ti prende per la gola: ecco gli chef più bravi
di Leda CESARI
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Martedì 2 Ottobre 2018, 21:09 - Ultimo aggiornamento: 21:19

Arcano svelato: non ci fu sottrazione di Cappello, ma semplice impallamento del sistema editoriale. Il mea culpa, ieri, con un post del direttore Enzo Vizzari sulla pagina Fb della Guida dell’Espresso, da lui diretta e presentata lunedì al Teatro dell’Opera di Firenze: problema imputabile “al sistema di decodifica dei voti”, ha spiegato Vizzari, disguido che ha accomunato nella disgrazia (vedersi attribuire Due Cappelli invece di Tre) nomi altisonanti della ristorazione italiana: “L’Argine a Vencò” di Antonia Klugmann, “28 posti” di Marco Ambrosino e i leccesi “Bros’", che quindi si riconfermano ai vertici culinari della Puglia, in ottima compagnia.
 

 

Questi dunque i riconoscimenti assegnati ai ristoranti pugliesi dagli ispettori della Guida edizione 2019 – la quarantunesima - una volta fatte le opportune correzioni (e registrate le scuse del direttore Vizzari): Tre Cappelli – corrispondenti al giudizio “cucina ottima” – per Borgo Egnazia e il suo ristorante di Savelletri, “Due Camini”, l’“Angelo Sabatelli” di Putignano e, come già detto, per i “Bros’” di Lecce. Che nel frattempo si sono aggiudicati anche il premio “Rising Star 2019” nel “The Best Chef Awards” milanese di lunedì sera e sono in viaggio per l’Australia per partecipare al “Good Food Month” (con la sous e pastry chef Isabella Potì impegnata anche come giurata del prossimo talent culinario di Rai2 “Il ristorante degli chef”).

Due Cappelli, premio a chi fa “cucina di qualità e di ricerca”, sono invece assegnati a “Fornello da Ricci” (Ceglie Messapica), “Pashà” (Conversano), “Umami” (Andria). Un Cappello, infine – sinonimo di “buona cucina” - per “Botrus” (Ceglie Messapica), “Alex Ristorante” (Lecce), “Folie” (Villa Convento, Lecce), “Al primo piano” (Foggia), “Casamatta” dell’Hotel Vinilia Wine Resort (Manduria), “Il Capriccio” (Vieste), “Il Vigneto del Gusto” (Gallipoli), “La Bul” (Bari), “Bacco” (Barletta), “Lemì” (Tricase), “Menelao a Santa Chiara” (Turi), “Osteria del Borgo Antico” (Bari), “Porta di basso” (Peschici), “Tuccino” (Polignano), “Casa Li Jalantuùmene” (Monte Sant’Angelo), “Creatività” e “Già sotto l’arco” (Carovigno), Hotel La Peschiera (Monopoli), “Cielo” dell’Hotel Relais “La Sommità” e “Osteria del tempo perso” (Ostuni), “La Strega” (Palagianello), “LaltroBaffo” (Otranto), “Le antiche sere” (Lesina), “Le lampare al Fortino”, “Memorie di Felix Lo Basso” e “Quintessenza” (Trani).

Esultano dunque i “Bros’": “E’ bello ritrovare un Cappello che non avevamo mai perduto”, commenta Floriano Pellegrino – e ovviamente soddisfatti anche gli altri chef che hanno visto i loro Cappelli confermati: “Sono molto soddisfatto”, spiega ad esempio Domingo Schingaro da Borgo Egnazia, “perché in soli due anni di permanenza qui abbiamo fatto un buon lavoro. La proprietà ci crede, il team di cucina spinge in un’unica direzione e su queste basi costruiremo un futuro ancor più promettente”. Un omaggio ad Angelo Sabatelli, “la nostra guida, colui che ha portato l’innovazione nella nostra cucina, anche se poi le radici rimangono centrali nei nostri ristoranti gourmet. Tutti i miei piatti, per esempio, nascono da un ricordo d’infanzia, perché la Puglia è così ricca di materie prime e di qualità che non serve altro. Basta valorizzare i nostri prodotti di nicchia – quelli delle masserie da raggiungere a piedi, perché in macchina non ci si arriva – e il gioco è fatto. E già oggi, lavorando così, vediamo in scena una Puglia diversa, che può diventare davvero la meta privilegiata del turismo gourmet, come la Costiera amalfitana e il Piemonte. Bisogna solo crederci, chef e imprenditori, e lavorare tutti in quella direzione”, conclude Schingaro, “rimanendo meridionali nella cucina, ma meno in alcuni pensieri”.

Soddisfatta anche Antonella Ricci, dall’omonimo Fornello: “Sono riconoscimenti che fanno piacere, senza dubbio. Siamo reduci da una stagione estiva grandiosa in cui abbiamo avuto clienti da tutto il mondo, e per noi le guide sono motivo di grande orgoglio, anche se non sono più i tempi di Veronelli, quando se ne aspettava l’esito con grande trepidazione. Oggi sappiamo tutto in tempo reale, e per fortuna è anche il tempo in cui si mangia bene un po’ ovunque. In Puglia il livello della ristorazione si è alzato davvero tanto, e forse questa qualità diffusa è anche sottostimata, anche perché dicono che siamo troppo ancorati alla tradizione: a noi però questo va bene”, conclude la chef di Ceglie, “perché abbiamo una stagione estiva breve e perché è giusto rimanere ciò che si è. E siccome qui siamo in campagna, ci piace essere legati ad essa”.

Felicissimi anche Alessandra Civilla e Alessandro Libertini dall’ “Alex Ristorante” di Lecce: “Siamo molto contenti, anche se ovviamente speriamo di migliorare. Per questo abbassiamo la testa e continuiamo a lavorare, anche perché il nostro lavoro muove l’economia della zona, ormai, e ne siamo orgogliosi”.

 

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