Il caro vita colpisce anche il Natale: inflazione e rincari rovinano le feste dei pugliesi

Il caro vita colpisce anche il Natale: inflazione e rincari rovinano le feste dei pugliesi
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Mercoledì 14 Dicembre 2022, 12:36 - Ultimo aggiornamento: 12:37

(Teleborsa) - Sono i soldi il regalo più desiderato sotto l'albero. Natale è ormai alle porte e gli italiani si trovano a fare i conti con l'aumento dei prezzi causa inflazione. In questa occasione, Ipsos ha sondato le opinioni in merito alle intenzioni d'acquisto e le prospettive di spesa per gli acquisti e i festeggiamenti natalizi di quest'anno. Le vacanze di Natale 2022 sono particolarmente sentite dagli italiani, i quali pensando ai festeggiamenti natalizi e di fine anno dichiarano di sentirsi felici (17%) e bene (13%), con soltanto piccole minoranze che esprimono sentimenti di indifferenza o tristezza (entrambi 5%).
 



Nonostante ciò, molto prevedibilmente, l'aumento dei prezzi ha influito anche sull'entusiasmo degli italiani per i festeggiamenti natalizi: poco più della metà (51%) dichiara che l'entusiasmo sia rimasto invariato rispetto allo scorso anno, ma quasi un italiano su tre (26%) afferma che è decisamente minore rispetto al Natale 2021.

Natale è la festività per eccellenza contraddistinta dallo scambio dei regali, ma cosa sperano maggiormente di ricevere gli italiani? In cima alla lista dei desideri dei nostri intervistati si collocano i soldi, con il 14% che spera di riceverne per le imminenti feste natalizie e di fine anno. A seguire si posizionano beni materiali come abbigliamento, libri e profumi, ma anche beni immateriali come salute e serenità. Al contempo, non di rado accade di ricevere un regalo non gradito o di cui non si ha bisogno. In questo caso, la maggioranza degli intervistati decide di tenerlo (42%), di regalarlo a qualcun altro (25%), di cambiarlo (20%) oppure di venderlo (18%) spingendo sempre di più sul fenomeno del second-hand.



Soltanto il 12% dichiara di fare una donazione e il 6% di restituirlo. Il sondaggio Ipsos, svolto in occasione dell'avvicinarsi del Natale 2022, ha anche indagato le intenzioni di acquisto degli italiani: quali regali sono stati già acquistati o si ha intenzione di acquistare, per sé stessi o per altri, in vista delle feste natalizie e di fine anno? E quali sono i principali canali di acquisto per ciascun regalo di Natale? Al primo posto, con il 45%, la categoria relativa ad abbigliamento e accessori (vestiti, scarpe, pelletteria, gioielli...) acquistata principalmente in negozio (75%) rispetto all'online (52%). Seguono i buoni regalo (31%), per cui, al contrario, sono preferite le piattaforme digitali (76%) rispetto a quelle fisiche (36%). Al terzo posto, con la medesima percentuale pari al 30%, libri (cartacei o e-book) e articoli di bellezza (trucco, profumi, cosmetici...) che vedono, nel caso dei libri, un acquisto principalmente online (69% vs. 51% in store) e, nel caso degli articoli di bellezza, un'equiparazione tra offline e online (rispettivamente 62% e 60%). Il 27% degli italiani ha già acquistato o prevede di acquistare, principalmente online (77%), articoli di elettronica, il 26% giocattoli e giochi (65% sia online, sia in negozio) e articoli per la casa (mobili, decorazioni, elettrodomestici, accessori da cucina...) comperati il più delle volte presso le insegne fisiche (74%). In ultima analisi, soltanto il 16% prevede di regalare un'esperienza per Natale 2022 (eventi, viaggi, attività...) il più delle volte acquistata online (90%).



Inflazione e rincari, ai quali già da diverso tempo stiamo assistendo, incidono sensibilmente sul budget che gli italiani hanno deciso di destinare ai regali di Natale, infatti, le prospettive di spesa sembrano davvero pessimiste. Pur distinguendo tra spese per regali, per cenoni/pranzi e per viaggi durante le vacanze natalizie, le aspettative sono di una sensibile riduzione di spesa rispetto allo scorso anno. Una percentuale compresa tra il 61% e il 74% prevede di spendere meno del 2021 (molto negativo il dato relativo ai viaggi: il 56% prevede di non spendere nulla o quasi nulla); una quota che oscilla dal 12% al 27% pensa di mantenersi sugli stessi livelli dello scorso anno e solo il 4-5% mette in conto un aumento della spesa, che però è dovuto quasi esclusivamente alla dinamica inflattiva (a parità di acquisti, aumentando i prezzi, aumenta la spesa).

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