Caro segretario Letta, all'Ucraina serve un partito: la lettera

Caro segretario Letta, all'Ucraina serve un partito: la lettera
di Luigi QUARANTA
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Martedì 15 Marzo 2022, 10:10

Caro segretario,

il primo anniversario della tua elezione alla guida del Partito Democratico cade in un momento drammatico per l'Europa e il mondo intero. La coincidenza però sta facendo risaltare la fermezza e l'intelligenza con cui hai messo il nostro partito al centro delle scelte politiche che l'Italia sta facendo per contrastare l'invasione russa dell'Ucraina, rafforzare la costruzione dell'Europa politica, garantire anche nel drammatico quadro bellico la continuità di un'azione di governo che punta al miglioramento delle condizioni di vita degli italiani e alle riforme.
In questo quadro è particolarmente apprezzabile il modo in cui tu in prima persona ti stai spendendo, in Parlamento come nelle interviste sui giornali e in Tv e nelle piazze, per sostenere, argomentare e promuovere la posizione del Pd su questa guerra. Gli italiani trovano in questi giorni nelle parole e nelle azioni tue e dell'intero gruppo dirigente del Pd argomentazioni razionali, fondate sulle grandi culture politiche da cui è nato il partito, a sostegno di quella naturale, istintiva posizione che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha subito preso a fianco all'Ucraina aggredita.


Permettimi però di aggiungere che è in queste ore che in tante parti del paese e ad esempio nella mia Puglia, nella mia Bari, si avverte quanto profondo sia il danno arrecato da anni ed anni di incuria, allo strumento principe della capacità far camminare tra le persone le nostre idee. Il partito, il nostro partito, qui da noi non c'è.
Lo stato comatoso del Partito Democratico in Puglia è da anni oggetto di una discussione lacerante e anche di decisioni degli organismi di garanzia che però ancora stentano a tradursi in una palingenesi organizzativa. Ma in questi giorni non si tratta di chiedere di discutere di disinvolte alleanze, di nomine sconcertanti, di singoli atti amministrativi o di governo. La crisi profonda dello strumento partito, parametrata sulla scala epocale della guerra in Europa, non è roba da addetti ai lavori, non è questione di correnti o capibastone, si traduce concretamente nella rinuncia a mettere in campo la passione politica di migliaia di donne e uomini, che pure sono già convinti e partecipi delle posizioni del nostro partito, ma che non vengono sollecitati ad essere protagonisti in modo organizzato della discussione pubblica.

Una discussione pubblica nella quale c'è anche da contrastare atteggiamenti cerchiobottisti, equidistanze ipocrite, distinguo pelosi che inevitabilmente prendono di mira sempre e prima di tutto il Partito Democratico. Le stesse meritorie attività di coordinamento degli aiuti umanitari messe in campo da molte amministrazioni locali (come il Comune di Bari) vengono così depotenziate.


Con la piena consapevolezza della drammaticità del momento ti abbiamo visto intervenire nel dibattito parlamentare, incontrare l'Anpi e i sindacati, sollecitare alla partecipazione alle manifestazioni per la Pace e a fianco dell'Ucraina, prima tra tutte la grande mobilitazione fiorentina di Eurocities, spiegare la nostra posizione, spingere ad organizzare la solidarietà concreta con gli ucraini che soffrono e che scappano davanti alle bombe russe. Questo sforzo andrebbe moltiplicato dappertutto, nei consigli comunali delle nostre città e paesi, con le altre forze politiche, con i sindacati, l'associazionismo, il volontariato e tutte le espressioni della società civile e democratica italiana. Non so cosa accade nel resto d'Italia, so che in Puglia, a Bari non accade niente di tutto ciò, che il Pd su questi territori non è né al centro né al lato di una mobilitazione tanto necessaria. Semplicemente non è.


Ho un figlio di 17 anni che frequenta un liceo, e vedo attraverso di lui, attraverso i suoi social, a quanta disinformazione e cattiva propaganda sono esposti i nostri ragazzi. Anche e soprattutto per loro e con loro, i protagonisti di un futuro che sta drammaticamente prendendo forma sotto i nostri occhi in Ucraina, dobbiamo al più presto rimettere in campo e al passo con i tempi che viviamo e che verranno, l'intellettuale collettivo, lo strumento col quale concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, l'idea e la pratica del partito, il progetto del Partito Democratico.


iscritto al circolo Pd David Sassoli
di Bari-Madonnella

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