Tutta l'estate senza gli inglesi, l'ultima batosta sul turismo in Campania

Tutta l'estate senza gli inglesi, l'ultima batosta sul turismo in Campania
di Antonino Pane
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Sabato 27 Giugno 2020, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 16:56

Bye bye, ci vediamo a settembre, Covid permettendo. Arriva dal Regno Unito l’ultima batosta sulla testa già tramortita del turismo campano: la Tui, colosso planetario del viaggio e riferimento fondamentale del movimento turistico inglese, ha annunciato che i suoi collegamenti aerei con Capodichino non riprenderanno prima del 24 agosto. E saranno effettuati, comunque, con il contagocce. Due alla settimana, al massimo, contro i 21 delle ultime estati. Una mazzata terribile per la tanto attesa ripresa turistica e in particolare per le aspettative della penisola sorrentina da sempre legata a doppio filo con il mercato turistico inglese. 

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Le incertezze sul ritiro dell’obbligo della quarantena al rientro dall’Italia hanno frenato in maniera preoccupante le prenotazioni fino a determinare la scelta fatta da Tui. Senza il mercato inglese i quasi 30mila posti letto della penisola sorrentina (15mila in alberghi e altrettanti in strutture extralberghiere) sono destinati a rimanere vuoti. Lo scorso anno, con circa 850mila presenze, i turisti del Regno Unito hanno ribadito che sono loro i clienti indispensabili per la penisola sorrentina, che, lo ricordiamo, è la più grande azienda turistica del Mezzogiorno. È vero, gli americani hanno fatto registrare più arrivi, ma con soggiorni medi di tre giorni. I turisti Uk, invece, ha stabilito un soggiorno medio di nove giorni e questo ha portato a un indice di riempimento delle strutture elevatissimo. I problemi dunque si ingigantiscono. Gli alberghi che hanno già aperto si dovranno accontentare dei fine settimana che stanno programmando per lo più gli italiani, e sperare che almeno i tedeschi e gli spagnoli non mostrino segni di cedimento. Tutti gli altri, quelli che hanno programmato riaperture per luglio sperando proprio negli inglesi, e sui quali in queste ore piovono le disdette delle camere opzionate, probabilmente adesso rivedranno le loro posizioni. «Il problema più grande - spiega Gino Acampora, punto di riferimento per la Tui in Campania - sono i dipendenti stagionali degli alberghi. Devono lavorare sei mesi per prenderne tre di disoccupazione a fine stagione. Le strutture che hanno aperto lo hanno fatto per loro, non ci sono mai stati dubbi che il 2020 sarebbe stato un anno di sofferenza. Per fortuna per il 2021 l’andamento delle prenotazioni è più che positivo. Dobbiamo sperare di riuscire a chiudere quest’anno senza grandi perdite». Il personale, comunque, resta il grande problema della ricettività sorrentina. Gli albergatori, all’unisono, ripetono che, in definitiva, l’azienda turistica la fanno proprio i dipendenti grazie a una tradizione antica dell’ospitalità. E proprio per questo gli strali sono rivolti soprattutto al governo: «Sbagliatissima - dice il sindaco Giuseppe Cuomo - la scelta di aiuti a pioggia. Ci sarebbero voluti gli sgravi sul personale in modo da consentire la piena occupazione nel settore turistico. Gli alberghi avrebbero aperto tutti per consentire il diritto alla disoccupazione nei mesi invernali». Gli sgravi contributivi sui dipendenti sono stati invocati a lungo anche dal presidente di Federalberghi, Costanzo Iaccarino. «Sarebbe stato tutto più lineare e oggi non ci troveremmo a dover fronteggiare anche lo slittamento annunciato da Tui. Il turismo è in ginocchio ma a Roma questo non sembra interessare più di tanto». 
 


Già, turismo in ginocchio. Gli alberghi vuoti nelle località turistiche hanno un effetto a catena devastante su tutta l’economia collegata: trasporti, commercio, ristorazione, beni culturali e così via. I gruppi che arrivano in Costiera vengono poi portati a Capri, a Pompei e a Napoli, intorno a loro si muovono le agenzie dei bus turistici, le guide, i negozianti di souvenir, i produttori di specialità. I flussi turistici animano tutta la filiera dell’ospitalità ed è facile prevedere che i mesi autunnali saranno durissimi da sopportare per migliaia e migliaia di persone. «Siamo preoccupatissimi, ad esempio - aggiunge Cuomo - per gli artigiani. L’intarsio è un nostro fiore all’occhiello da sempre. Ma senza turisti le prospettive sono desolanti». In attesa di fine agosto, comunque, bisogna tirare avanti con quello che offre il mercato. «Speriamo - dice l’ad della Fondazione Sorrento, Gaetano Milano - che dal 4 luglio, come promesso da più parti, verranno aperti da parte del Regno Unito i canali con varie destinazioni europee tra le quali l’Italia, senza obbligo di quarantena al ritorno. Intanto Sorrento resterà destinazione per coloro che si muovono autonomamente, ovvero clienti singoli. Sarà anche un test per verificare se, senza turismo di massa, reggiamo, o siamo poco appetibili per una utenza dalle aspettative diverse».
 

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