Campania, nuova bufera su De Luca: indagato per concussione con altri 6

Campania, nuova bufera su De Luca: indagato per concussione con altri 6
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Sabato 21 Novembre 2015, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 13:19
Sono 7 gli indagati della procura di Roma nell'inchiesta che coinvolge Vincenzo De Luca. Con il governatore sono iscritti tra gli altri con l'accusa di concussione per induzione, il giudice Anna Scognamiglio e l'ex capo segreteria di De Luca, Carmelo Mastursi. Tutti, tranne De Luca, sono stati perquisiti il 19 ottobre.



Gli altri indagati sono l'avvocato Guglielmo Manna, marito della Scognamiglio, Giorgio Poziello e Gianfranco Brancaccio, intermediari, Giuseppe Vetrano, ex coordinatore delle liste che hanno sostenuto De Luca in campagna elettorale. Nessuno dei perquisiti ha fatto ricorso al tribunale del riesame di Roma per impugnare i decreti di sequestro. L'inchiesta, affidata ai pm Corrado Fasanelli e Giorgio Orano, ha preso spunto da una trasmissione di atti da parte della procura di Napoli.



La Procura di Roma avvia così indagini a carico del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ma afferma «senza alcun margine di equivoco» la sua «totale estraneità a qualunque condotta meno che corretta», chiede di essere ascoltato dai magistrati e annuncia per domani una conferenza stampa per chiarire «ogni aspetto» della vicenda.



«Sostengo pienamente l'azione della magistratura» e la invito ad andare avanti, ha detto De Luca in conferenza stampa a Napoli, che ha poi sottolineato:
«Io sono parte lesa in questa vicenda, io e l'istituzione che rappresento».



«Io non sono a conoscenza di nulla», ha quindi ribadito il governatore. De Luca ha aggiunto di non conoscere Guglielmo Manna, che è marito del giudice Anna Scognamiglio ed è al centro dell'inchiesta della Procura di Roma nella quale De Luca è indagato.



«Da Napoli lanciamo la sfida della trasparenza, della correttezza e del rigore amministrativo. Noi e il partito in cui milito siamo protagonisti di questa sfida e non arretreremo di un passo», ha detto ancora De Luca, in conferenza stampa, parlando di «infami speculazioni politiche» di queste ore.



«Keep calm e al lavoro», ha concluso il governatore rinvolgendosi ai suoi collaboratori e annunciando le iniziative che la Giunta Regionale avvierà lunedì prossimo.



La giornata. La bufera sul Presidente della Regione Campania si è abbattuta ieri in serata con la notizia che la Procura di Roma ha indagato per l'ipotesi di corruzione in atti giudiziari Anna Scognamiglio, uno dei giudici del Tribunale civile di Napoli che, lo scorso 22 luglio, confermando una precedente decisione del giudice monocratico, ha accolto il ricorso di De Luca, contro la sospensione dall'incarico di Governatore. Nella stessa inchiesta è indagato, per l'ipotesi di reato di induzione alla corruzione, il capo della segretaria di De Luca, Nello Mastursi, che ieri si è dimesso da tale incarico. De Luca interviene a tarda sera e, nel dichiarare la sua estraneità, dice che è sua intenzione «fare in modo che si accendano su questa vicenda i riflettori nazionali, trovandomi nella posizione di chi non sa di cosa si stia parlando».



«Ho già dato incarico al mio avvocato - aggiunge - per chiedere di essere sentito dalla competente autorità giudiziaria. Per me, come per ogni persona perbene, ogni controllo di legalità è una garanzia, non un problema. E su questo, come sempre lancio io la sfida della correttezza e della trasparenza». L'iscrizione di De Luca nel registro degli indagati può essere stata fatta senza che il Governatore ne sia al momento a conoscenza. Nell'inchiesta sarebbero indagati anche il marito del giudice Scognamiglio, Guglielmo Manna, in relazione a una sua richiesta di passaggio da un'Asl ad un'altra e ad un suo presunto collegamento con la sentenza emessa dal collegio di cui faceva parte la moglie. Da quanto si è saputo a Napoli, tale passaggio non è mai avvenuto.



L'inchiesta era stata avviata a Napoli sulla base di una segnalazione ed è stata successivamente trasferita dalla Procura partenopea a quella di Roma, che è competente a svolgere le indagini sui magistrati del Distretto della Corte di Appello di Napoli. La stessa Procura capitolina nei giorni scorsi ha delegato la Polizia a perquisire l'abitazione di Mastursi. La sentenza al centro dell'inchiesta romana è quella con la quale la prima sezione civile del Tribunale di Napoli ha confermato quanto già deciso il 2 luglio dal giudice monocratico Gabriele Cioffi, il quale aveva congelato la sospensione di De Luca dalla carica di Governatore che era stata disposta con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in base alla legge Severino.



La sospensione era relativa a una condanna a un anno di reclusione per abuso di ufficio inflitta a De Luca quando era sindaco di Salerno.
Il collegio aveva accolto il ricorso presentato dai legali di De Luca e aveva inviato gli atti alla Corte Costituzionale sospendendo il procedimento sul merito fino a quando la Consulta non si sarà pronunciata sui presunti profili di incostituzionalità ravvisati nella legge Severino.