Bonus mobili a 8.000 euro nel 2023: ecco a chi spetta, per quali mobili e elettrodomestici e come ottenerlo. Nel 2024 detrazione scende a 5mila euro

Bonus mobili a 8.000 euro nel 2023: ecco a chi spetta, per quali mobili e elettrodomestici e come ottenerlo
Bonus mobili a 8.000 euro nel 2023: ecco a chi spetta, per quali mobili e elettrodomestici e come ottenerlo
di Giusy Franzese
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 18:31

Lavatrice, frigo, lavastoviglie o anche il divano del salotto, il tavolo da pranzo, la libreria o il letto: per chi fa lavori di ristrutturazione edilizia una parte dei nuovi arredi può essere oggetto di detrazione fiscale con il cosiddetto Bonus Mobili. La scorsa legge di Bilancio lo aveva prorogato ma con una sensibile riduzione. La legge di Bilancio in via di approvazione ha confermato la proroga e anche il decalage dell’agevolazione, rialzando però un pochino l’asticella delle soglie di spesa. Il tetto di cinquemila euro sul quale calcolare l’agevolazione che sarebbe dovuto scattare a gennaio 2023, sale quindi a ottomila euro. Quest’anno era pari a diecimila euro. Nel 2021 a 16.000 euro.

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Bonus mobili, di cosa si tratta

È una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione straordinaria.

Quali mobili

Possono usufruire dell’agevolazione mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori. Rientrano nella soglia di importo massimo anche le spese di trasporto e montaggio.

L’Agenzia delle Entrate ha realizzato una guida informativa in cui sono elencati i mobili (che devono essere nuovi) che rientrano nel bonus: letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione. È escluso l’acquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, altri complementi di arredo.

Per quanto riguarda gli elettrodomestici (anche questi nuovi) sono elencati: forni di classe energetica non inferiore alla classe A, lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie di classe non inferiore alla E, la cvlasse energetica di riferimento diventa la F per i frigoriferi e i congelatori, come rilevabile dall’etichetta energetica. L’acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l’obbligo.

Rientrano nei grandi elettrodomestici, per esempio: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.

 

Quali lavori

Per poter usufruire del bonus mobili non bastano lavori di manutenzione ordinaria (ad esempio cambiare il look del bagno con semplici lavori di tinteggiatura o nuova mattonellatura, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni) ma occorre avviare lavori di ristrutturazione edilizia straordinaria, restauro e risanamento conservativo, con le eventuali pratiche al Comune, a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni.

La data di avvio dei lavori può essere dimostrata da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione preventiva all’Asl, se è obbligatoria. Per gli interventi che non necessitano di comunicazioni o titoli abilitativi, è sufficiente una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

Ecco l’elenco dei lavori ammessi:

• manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti.

• ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza

• restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile

.•  interventi relativi al Sismabonus, finalizzati alla riduzione del rischio sismico .

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• manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.

La detrazione

La detrazione - che quest’anno va calcolata su un importo massimo di 10.000 euro - per il 2023 con le nuove norme inserite nella manovra diventa 8.000 (altrimenti sarebbe scesa a 5.000). Nel 2024 diventerà 5.000 euro. Sulla cifra spesa spetta una detrazione del 50% e l’importo va distribuito in dieci rate annuali uguali  da inserire nell’apposito quadro della dichiarazione dei redditi.

Il limite massimo di spesa riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Quindi, il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto più volte al beneficio.

Modalità di pagamento

L’acquisto dei mobili ed elettrodomestici deve essere necessariamente fatto con pagamento tracciabile, bonifico, carta di credito o bancomat. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

Documenti da conservare: ricevuta del bonifico,  ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito) , documentazione di addebito sul conto corrente , fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

A chi spetta

Il bonus mobili spetta unicamente al contribuente che usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio. Per esempio, se le spese per ristrutturare l’immobile sono state sostenute soltanto da uno dei coniugi e quelle per l’arredo dall’altro, il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici non spetta a nessuno dei due.

La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio, oppure quando i mobili e i grandi elettrodomestici sono destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato l’acquisto viene effettuato su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata autonomamente.

Per ottenere il bonus è necessario che la data dell’inizio dei lavori preceda quella in cui si acquistano i beni. Non è fondamentale, invece, che le spese di recupero del patrimonio edilizio siano sostenute prima di quelle per l’arredo dell’immobile

Lavori con cessione del credito o sconto in fattura

Si ha diritto al bonus mobili ed elettrodomestici anche quando il contribuente ha scelto, in alternativa alla fruizione diretta delle detrazioni per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, di cedere il credito o di esercitare l’opzione per lo sconto in fattura.

Lavori condominiali

Il bonus mobili spetta anche per lavori su parti comuni dell’edificio (per esempio, guardiole, appartamento del portiere, lavatoi). I singoli condòmini hanno diritto alla detrazione, ciascuno per la propria quota, solo per i beni acquistati e destinati ad arredare queste parti.

Esempi di lavori di manutenzione straordinaria su singoli appartamenti o parti condominiali che danno diritto al bonus:

• installazione di ascensori e scale di sicurezza

• realizzazione dei servizi igienici

• sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso

• rifacimento di scale e rampe

• realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate

• costruzione di scale interne

• sostituzione dei tramezzi interni senza alterazione della tipologia dell’unità immobiliare

• gli interventi finalizzati all’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, ad esempio l’installazione di una stufa a pellet o di impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, l’installazione o l’integrazione di un impianto di climatizzazione invernale ed estiva a pompa di calore

• la sostituzione della caldaia, in quanto intervento diretto a sostituire una componente essenziale dell’impianto di riscaldamento.

Nel caso di ristrutturazione edilizia:

• modifica della facciata • realizzazione di una mansarda o di un balcone • trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda • apertura di nuove porte e finestre • costruzione dei servizi igienici in ampliamento delle superfici e dei volumi esistenti Nel caso di Restauro e risanamento conservativo • adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti • ripristino dell’aspetto storico-architettonico di un edificio

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