Sciopero benzinai, i distributori aperti oggi: gli orari e quali sono disponibili

Lo stop coinvolge anche gli impianti self-service ma potrebbero restare aperti gli impianti self gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere. E una piccolissima parte di distributori legati ai servizi minimi essenziali

Benzinai aperti oggi durante lo sciopero: gli orari e quali sono i distributori (anche a Roma) disponibili
Benzinai aperti oggi durante lo sciopero: gli orari e quali sono i distributori (anche a Roma) disponibili
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Martedì 24 Gennaio 2023, 12:22

Via allo sciopero di 48 ore indetto dai benzinai in tutta Italia. Oggi alle 19 sulla rete ordinaria e dalle 22 sulle autostrade i distributori, anche self service, saranno chiusi per due giorni. Dopo il primo incontro a palazzo Chigi (con il sottosegretario alla presidenza, Mantovano, i ministri Urso per le Imprese e Giorgetti per l'Economia e il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Mineo) i benzinai hanno sospeso lo sciopero ma due successive riunioni al Mimit non hanno avvicinato le posizioni. Nelle prossime ore fare benzina sarà difficile (ma non impossibile).

I motivi dello sciopero

I benzinai avevano invocato un ripensamento del governo sul decreto Trasparenza sui prezzi di benzina e gasolio e avrebbero aspettato un segnale positivo fino a un minuto prima della chiusura. Ma Giorgia Meloni, da Algeri, è stata netta: «Il provvedimento è giusto, non si torna indietro», chiarendo che «nessuno vuole colpire la categoria». Le diplomazie sono sempre al lavoro e non è escluso che all'ultimo momento possa esserci una nuova convocazione.

Nelle stazioni di servizio due volantini spiegheranno il perché della chiusura: «Per protestare contro la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria e gli inefficaci provvedimenti del governo che continuano a penalizzare solo i gestori senza tutelare i consumatori.

Per scongiurare nuovi aumenti del prezzo dei carburanti». Le politiche di prezzo al pubblico, si legge, «non sono imputabili ai gestori, il cui margine medio di guadagno (3 cent/litro) rimane invariato a prescindere dal prezzo finale al consumatore». E, tra l'altro, «per impedire che il prezzo dei carburanti torni a salire, in assenza di politiche di riforma e razionalizzazione del settore; contro il rischio di una nuova campagna di criminalizzaione dei gestori che nascondano le vere inefficienze e lo spazio debordante della criminalità». Si dissocia dallo sciopero l'Asnali, che apprezza gli sforzi del governo e vuole andare avanti con la riforma del settore. Dal fronte dei consumatori il Codacons oggi ha presentato un esposto alla magistratura contro i benzinai ipotizzando l'«interruzione di pubblico servizio».

I rialzi dei prezzi

Intanto, ci sono stati nuovi rialzi nel fine settimana per i prezzi del carburanti, con la benzina in «fai da te» a 1,84 euro/litro (1,98 sul servito) e il gasolio a 1,89 (2,026). Faib Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa Confcommercio, a poco più di 24 ore dall'inizio della protesta, quasi come ultimo appello, sono tornate a spiegare con una nota che «il governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di "trasparenza" e "zone d'ombra" solo per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che non esistono». Quindi, aggiungono, «ristabilire la verità dei fatti diviene prioritario». Ma la replica del premier è chiara.

Gli orari

Lo stop scatta dalle 19 di oggi - 24 gennaio - fino alla stessa ora del 26 gennaio sulla rete ordinaria. Stesse date per le autostrade, ma l'orario di riferimento sono le 22. La mobilitazione è stata indetta da Faib, Fegica e Figisc/Anisa, che raccolgono circa il 70% dei 22mila distributori attivi in tutta Italia.

I benzinai aperti

Lo sciopero coinvolge anche gli impianti self-service ma potrebbero restare aperti gli impianti self gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere. Non sarà però semplice riconoscerli: anche se il punto vendita mostra il marchio della società, infatti, la gestione può essere stata affidata a un soggetto privato che aderisce allo sciopero, rendendo quindi la pompa inutilizzabile. Le sigle sindacali hanno anche parlato di «servizi minimi essenziali». Si tratta di alcune stazioni di servizio, scelte probabilmente su base provinciale, che rimarranno aperte per garantire una prestazione minima.

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