Rivoluzione-referendum: non solo i banchetti, la firma è anche online

Rivoluzione-referendum: non solo i banchetti, la firma è anche online
di Mario Ajello
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Venerdì 13 Agosto 2021, 08:08

Metti il tuo Spid e firmi il referendum per l’eutanasia (o la giustizia). La neo-politica elettronica fa un passo in avanti. Per eliminare troppe scartoffie. Per velocizzare e semplificare i tempi della partecipazione dei cittadini alla vita democratica. Niente più banchetti referendari allora? Il paradosso, o la bella sorpresa, è che proprio i Radicali che del banchetto referendario sono gli eroi e vorranno continuare ad esserlo hanno ora inventato il banchetto elettronico.

Che nasce dalla norma ad hoc proposta da Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa, in virtù della quale basterà la firma digitale, o con Spid o con Cie, e sottoscrivi i quesiti sulla giustizia e tutti gli altri.
Ma andare avanti non significa cancellare ciò che è stato e il banchetto referendario nella politica italiana è stato un pezzo pregiato.

Pannella lo considerava l’alternativa alla tivvù. «Voi andate in onda, nei canali partitocratici, e noi andiamo nelle strade a raccogliere le firme della gente per le leggi di libertà. E ce ne infischiamo delle vostre censure!». Questo il suo mantra. Che dava, per esempio, fastidio ai comunisti, i quali al banchetto hanno sempre preferito la sezione. Anche se poi quando si trattò di raccogliere le firme per il referendum del 1985 contro il taglio craxiano alla scala mobile, s’improvvisarono nella tecnica radicali ma poi avrebbero perso la battaglia nelle urne.

 
Al banchetto referendario Pannella riuscì perfino a portare il re della telecrazia, Silvio Berlusconi, e gli fece firmare il 31 agosto 2013 i referendum sulla giustizia. A riprova che il banchetto, nato contro la tivvù o meglio contro certo uso della tivvù, è riuscito a non farsi battere dallo strumento televisivo. Ma riuscirà a convivere anche con la potenza tecnologica? Probabile. Perché il banchetto, da cui sono passati il divorzio, l’aborto e altre conquiste, è forte come tutte le cose che hanno radici forti nella storia.

E infatti i radicali presero l’idea dalla campagna francese dei banchetti a metà ‘800 contro il re Luigi Filippo d’Orleans.

Per venire a tempi più recenti, celebre la scena di quando Pannella venne schiaffeggiato da uno dei portieri di Botteghe Oscure. Dopo i ceffoni, i compagni plaudenti dissero allo schiaffeggiatore: «La prossima volta che Pannella viene a provocare, gli tiriamo un banchetto addosso, così la smettono di rompere le scatole con tutti questi banchetti».


Il banchetto elettronico cercherà di non sfigurare rispetto al suo predecessore. Basta essere stati adolescenti negli anni ‘70, per ricordare i banchetti dei radicali a Piazza Navona. Davano l’impressione di essere scuole di partito open air, kinderheim, gelaterie. C’erano ragazzi che compravano i coni nei bar circostanti, ne mangiavano la metà e poi andavano a vendere il restante «gelato usato» ai raccoglitori di firme referendarie che impegnati nel loro lavoro non avevano tempo di alzarsi dalla sedia. 


LA TRASFORMAZIONE
La forza contagiosa del banchetto, che da destra a sinistra è diventato l’utensile dell’intero firmamento politico, il simbolo del contatto diretto con i cittadini, è arrivata di recente perfino a Conte. Che uscito da Palazzo Chigi s’inventò lì sotto un banchetto a suo modo referendario. Come a voler proporre un quesito su se stesso ai cittadini: mi terrete ancora nei vostri cuori? All’inizio pareva gli avessero risposto di sì, ma poi il tempo fa impallidire i sentimenti. 


La differenza tra ieri e oggi, e chissà domani, è che prima il volontario da banchetto restava seduto al suo posto e aspettava che il passante si avvicinasse, spinto dalla curiosità di sapere. Ma quelli erano tempi di grande curiosità politica. Ora passare nei pressi di un banchetto vuol dire essere marcati da giovani zompettanti che, inscenando rituali di benvenuto da circensi, ti tagliano la strada, ti tendono la mano dandoti del tu, si presentano per nome e recitano battute d’approccio stupidissime del tipo: «Stavamo giusto aspettando un signore con la giacca a quadretti. Firmi anche tu contro il cambiamento climatico?». Per evitare di essere importunati, meglio lo Spid.

 

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