Assegno unico, cosa succede da marzo: erogazione, beneficiari e tempi della misura di sostegno. Il calendario

L'assegno ha sostituito tutte le altre forme di sostegno per chi ha figli a carico

Assegno unico, cosa succede dal primo marzo: erogazione, beneficiari e tempi della misura di sostegno
Assegno unico, cosa succede dal primo marzo: erogazione, beneficiari e tempi della misura di sostegno
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Giovedì 2 Marzo 2023, 16:40




A partire dal mese di marzo 2023 l’assegno unico universale verrà corrisposto d’ufficio dall’Inps a chi ha già beneficiato della misura. Da ricordare che l'assegno ha sostituito tutte le altre forme di sostegno per chi ha figli a carico. Per marzo si prevede un fitto calendario di appuntamenti per l’Inps e per gli accrediti dovuti.

Cos'è l'assegno unico

L’assegno unico universale è una misura a supporto delle famiglie.

L’obiettivo della misura è quello di semplificare l’ambito dei contributi a sostegno della natalità e consiste in un aiuto economico per ogni figlio a carico fino ai ventuno anni di età. Non c’è invece alcun limite d’età in caso di figli disabili.

 
I beneficiari


Si ricorda anche che dal primo marzo del 2023, coloro che nel corso del periodo gennaio 2022-febbraio 2023 abbiano presentato una domanda di assegno unico e universale per i figli a carico, accolta e in corso di validità, beneficeranno dell’erogazione d’ufficio della prestazione da parte dell’Inps, senza l’onere di presentare una nuova domanda. Potranno, invece, presentare domanda coloro che non hanno mai fruito del sostegno e quanti avevano prima del 28 febbraio 2023 trasmesso una istanza che non è stata accolta o non è più attiva.

La cifra


Attenzione però perché come detto chi non ha aggiornato l’Indicatore della situazione economica equivalente riceverà poco più di 50 euro il mese prossimo. Quest’anno all’Inps sono già state inviate nel complesso 7 milioni di Dsu con i dati per il rilascio del nuovo Isee (lo scorso anno ne erano state inoltrate in tutto 10,7 milioni). 

La buona notizia è che c’è tempo fino alla fine di giugno per correre ai ripari. Perché se da un lato è vero che chi non ha ancora aggiornato il proprio Isee si vedrà corrispondere a marzo 54 euro per ogni figlio – per effetto della rivalutazione la quota minima è passata da 50 a 54 euro e quella massima è salita a quasi 190 euro – dall’altro non perderà il diritto agli arretrati a patto che si muova entro l’estate. Chi aggiornerà l’Isee dopo il 30 giugno, al contrario, prenderà la somma corretta a partire dal mese successivo all’invio della Dsu. 
Dall’aggiornamento dell’Osservatorio statistico sull’assegno unico universale emerge che nel 2022 sono stati spesi 12,9 miliardi di euro per la prestazione.

La spesa per i nuclei non percettori del reddito di cittadinanza è risultata pari a 12,3 miliardi di euro, in riferimento a una platea di circa 5,7 milioni di richiedenti e a 9,1 milioni di figli beneficiari di almeno una mensilità. Gli importi medi mensili erogati hanno toccato 233 euro per richiedente e 146 euro per figlio. La metà degli assegni pagati per figlio si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15mila euro. Circa il 20 per cento dei figli, invece, fa capo a nuclei familiari che non hanno presentato l’Indicatore della situazione economica equivalente. Il governo Meloni ha introdotto con l’ultima legge di Bilancio l’incremento del 50% dell’assegno unico per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per i figli con un’età compresa da 1 a 3 anni per le famiglie con almeno tre figli e con Isee fino a 40.000 euro.

Come detto questi aumenti si sono già materializzati sui conti dei beneficiari a febbraio, ma manca all’appello la mensilità di gennaio che arriverà appunto il mese prossimo. La rivalutazione dell’8,1% ha invece portato la quota minima dell’assegno da 50 a 54,1 euro, mentre quella massima è balzata a 189,2 euro. 

 

La rivalutazione


La rivalutazione annuale in base all’indice di inflazione è prevista dalla legge che ha istituito l’assegno unico e interessa anche le soglie Isee a partire dalle quali viene calcolata la cifra a cui si ha diritto. Tradotto: la fascia a cui spetta la quota massima, fissata in precedenza sotto i 15mila euro di Isee, è stata livellata a 16.215 euro. La quota minima, riservata nel 2022 agli Isee sopra i 40mila euro, adesso va a chi ha un indicatore oltre i 43.240 euro. Infine, i nuclei raggiunti dal reddito di cittadinanza con almeno una mensilità della prestazione integrata dall’assegno unico sono stati 498mila nel 2022, per 845mila figli a carico. Per queste famiglie si è proceduto al calcolo dell’integrazione dell’assegno unico universale sottraendo, dall’importo teorico dell’assegno spettante, la quota di reddito di cittadinanza relativa ai figli che fanno parte del nucleo familiare. 
 

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