Assegno unico per i figli, come richiederlo, a chi spetta e importi: a regime da gennaio 2022

Assegno unico per i figli: come richiederlo, a chi spetta e importi: a regime da gennaio 2022
Assegno unico per i figli: come richiederlo, a chi spetta e importi: a regime da gennaio 2022
di Roberta Amoruso
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Mercoledì 5 Maggio 2021, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 21:43

La riforma verso l'assegno unico, è confermata, «il percorso» partirà dal primo luglio. Ma c'è una correzione in corsa sulla tabella di marcia verso «l'assegno unico e universale completo». A precisare il cambio di passo è stata la stessa ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti a Sky Tg24. «L' assegno unico e universale completo partirà a regime da gennaio 2022», anche se il percorso inizierà a luglio. «Non vogliamo che accada», dice, «che le famiglie italiane abbiano dei disagi. I dipendenti oggi stanno percependo le loro detrazioni in busta paga, e ci sono stati degli anticipi.

Dunque, questi primi sei mesi devono innestarsi su un percorso di detrazione fiscale che deve continuare. Le detrazioni fiscali saranno poi completamente assorbite nell' assegno unico da gennaio», conclude. Questo vuol dire che per sei mesi saranno ancora erogati assegni famigliari e bonus bebè, ma intanto verranno raccolte le domande per il nuovo assegno universale che a regine assorbirà tutti gli altri strumenti di welfare parentale. 

LE REAZIONI

Delusione dal Pd che ha chiesto un forte impegno al governo affinché sia rispettata la nuova scadenza del 1 gennaio 2022: «Ora chiediamo al governo il massimo impegno per rispettare la nuova scadenza e far comunque partire la prima fase già a luglio».

All'attacco Fratelli d'Italia: «Nel suo discorso alle Camere il presidente Draghi aveva annunciato l'introduzione dell' assegno unico di 250 euro per ogni figlio a partire da luglio 2021 ma ieri la ministra Bonetti ha smentito il premier affermando che questa misura partirà a regime da gennaio 2022 e che il solo percorso comincerà dal primo luglio». 

Ma anche Forza Italia chiede chiarezza. «In tanti si sarebbero aspettati già da luglio di percepire un importo mensile fino a un massimo di 250 euro in base al nucleo familiare e al reddito. E invece la ministra Bonetti, seppur con argomentazioni tecniche giuste, ha detto che prima di gennaio le famiglie italiane non riceveranno nulla», dichiara Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. «Non solo, quindi, c'è il rischio, come più volte da noi ribadito, che molte famiglie vedranno attribuirsi un assegno inferiore rispetto a quanto finora recuperato attraverso detrazioni e assegni familiari, ma lo avranno anche in ritardo. Confidiamo nel massimo sforzo del Governo affinchè questa misura tanto attesa dalle famiglie italiane possa entrare a regime quanto prima».

COME FUNZIONA

Il nuovo strumento riguarderà ogni bambino dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni. Entro giugno dovrebbero arrivare anche i decreti attuativi del provvedimento, che è già stato approvato nelle scorse settimane. Il sostegno. «Grazie all'azione di questo Parlamento, l'assegno unico diventerà lo strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno alle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino ad oggi vigenti. E' una riforma che rappresenta un cambio di paradigma nelle politiche per la famiglia e a sostegno della natalità», per il premier, Mario Draghi.

IL DOPPIO BINARIO

Il contributo scatterà dal settimo mese di gravidanza e sarà corrisposto sotto forma di assegno o di credito d'imposta. La cifra e come varierà in rapporto alla condizione economica delle famiglie deve essere ancora stabilito. Bisognerà aspettare i decreti attuativi su cui il governo è già al lavoro. Draghi l'ha quantificato in 250 euro al mese, con maggiorazione per i disabili. Ma l'assegno calerà con il crescere del reddito. È prevista una maggiorazione a partire dal secondo figlio e un aumento tra il 30% e il 50% in caso di disabili. Fino a 18 anni l'aiuto andrà al padre e alla madre. Poi per altri 3 potrà essere corrisposto direttamente ai ragazzi ma l'importo diminuirà e il sostegno sarà erogato solo se i figli sono impegnati in un percorso di formazione o hanno un lavoro a basso reddito.

 L'IMPORTO

In base alle stime fatte da uno studio a cura del Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia l'assegno universale con un Isee fino a 30 mila euro viene stimato in 1.930 euro all’anno (161 euro al mese) per ogni figlio minorenne e a 1.158 euro all’anno (97 euro al mese) per ogni figlio maggiorenne. A partire da 30mila euro di Isee, il valore dell’assegno decresce in modo non lineare. Oltre i 52 mila euro di Isee, l’assegno è costante a 800 euro all’anno (67 euro al mese) per ciascun figlio minorenne a carico e a 480 euro all’anno (40 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne.

LE RISORSE

La dotazione in campo per finanziare la riforma è di circa 20 miliardi, comprese le prestazioni già esistenti che scompariranno (i vari bonus nascita, bebè, le detrazioni per i figli a carico e l'assegno familiare). Uno stanziamento tuttavia non sufficiente a garantire che nessuno ci perda rispetto alla situazione attuale. Ecco perché da più parti è già arrivata la richiesta di aumentare i fondi. «Servono un miliardo forse due perché nessuno ci rimetta», ha detto il senatore del Pd, Tommaso Nannicini.

LE FAMIGLIE INTERESSATE

Secondo alcune simulazioni, le famiglie interessate dalla riforma dovrebbero essere quasi 8 milioni, corrispondenti a circa 28 milioni di persone. L'Ufficio parlamentare di bilancio stima invece che i nuclei possano essere un po' di più, oltre 9 milioni. In ogni caso per ottenere l'assegno unico sarà necessario compilare l'Isee. Giovanni Angileri, coordinatore della Consulta nazionale dei Caf, stima che saranno almeno due milioni in più le richieste di Isee che arriveranno quest'anno alla rete degli sportelli dei centri di assistenza fiscale rispetto all'anno scorso. Il rischio slittamento. «L'erogazione dell'assegno unico familiare fissata dal prossimo 1° luglio 2021 rischia di slittare.

LA TABELLA DI MARCIA

Ora che c'è più tempo per l'avvio a regime della riforma, ci sarà più tempo anche per definire i decreti attuativi e per sciogliere  l'ingorgo prevedibile presso i centri di assistenza fiscale per via delle certificazione Isee necessarie per accedere al bonus. «Rappresentano degli ostacoli oggettivi all'avvio del meccanismo», afferma il presidente di Caf-Cia Agricoltori italiani Alessandro Mastrocinque. «Come centri di assistenza fiscale punto di riferimento per milioni di cittadini, chiediamo che il governo faccia chiarezza al più presto e soprattutto, nel caso di un intervento ponte, non vengano esclusi i più bisognosi dall'erogazione di aiuti che risultano fondamentali per la sussistenza dei cittadini appartenenti alle fasce più deboli», conclude Mastrocinque.

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