Boom di supplenti negli asili: multe ai maestri assenteisti

Boom di supplenti negli asili: multe ai maestri assenteisti
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 7 Gennaio 2019, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 12:32
Il Comune di Roma può contare su 6mila maestre eppure ogni mese tocca arruolarne altre 600, con contratti a tempo, per tamponare la girandola di assenze delle colleghe meglio piazzate nei ranghi dell'amministrazione, cioè assunte a tempo indeterminato. Troppe malattie, vere o presunte, che costringono il Campidoglio a sborsare quasi un milione di euro al mese per le supplenze, quasi tutte di brevissimo periodo, uno o due giorni. Un salasso a cui la giunta di Virginia Raggi vorrebbe dare una sforbiciata. Come? Premiando le insegnanti più presenti in aula, che riusciranno, limitando i forfait dai turni, a ridurre il monte ingaggi per le supplenti. La misura è oggetto della trattativa con i sindacati sulla riforma del contratto dei 24mila dipendenti comunali. Le sigle principali hanno già dato un avallo di massima all'operazione, anche se i dettagli dovranno essere definiti al tavolo di concertazione con palazzo Senatorio.

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IL MECCANISMO
La filosofia però è chiara. Il nuovo meccanismo, che riguarda il salario accessorio - cioè i premi di produttività che si sommano allo stipendio base dei dipendenti - interesserà le insegnanti dei 207 asili nido pubblici di Roma e delle 322 scuole materne gestite direttamente dal Comune. Insieme ai sindacati, la giunta sta ragionando su un sistema che premi le maestre più presenti e, di converso, preveda penalità per le insegnanti che si assentano in modo massiccio, e con regolarità, durante l'anno scolastico.
«L'obiettivo è impiegare risorse, in modo premiante, verso tutti gli insegnanti che grazie alla loro presenza in servizio riescono a tenere aperte le aule, con grandi sforzi», sostiene Giancarlo Cosentino, segretario generale della Cisl Funzione pubblica di Roma. «Dobbiamo considerare che molte maestre ogni giorno devono avere a che fare con classi di 30-35 alunni al posto di 25, il tetto massimo fissato dalle norme. Questo avviene perché altre classi rimangono scoperte».

CAOS CHIAMATE
Se la situazione oggi è caotica, dicono i sindacati, è anche per l'assenza di un regolamento delle supplenze. Se ne parla da anni - da prima che si insediasse la giunta 5 Stelle, va detto - e servirebbe a disciplinare il sistema delle chiamate per brevi periodi oppure a fissare criteri univoci per la sospensione delle lezioni. Del provvedimento si tornerà a parlare giovedì prossimo. «Dovremmo trovare finalmente risposte a un meccanismo oggi troppo disordinato - dice sempre Cosentino della Cisl - che finisce per penalizzare bambini e insegnanti. Il tema ora sarà affrontato insieme alla riforma del contratto».

TRATTATIVA AL VIA
Argomento spinoso, che sarà affrontato già domani, quando partirà formalmente la trattativa per rivedere il salario accessorio di tutti i comunali. Non solo insegnanti, quindi, ma anche vigili urbani, funzionari, impiegati, addetti dell'Anagrafe. L'ultima riforma, portata a dama dal delegato al Personale del Comune, Antonio De Santis, risale all'estate del 2017. Poi però il governo Gentiloni ha cambiato il contratto nazionale dei lavoratori degli enti locali. Ora, quindi, le buste paga dei capitolini devono essere riformulate. E da Palazzo Senatorio promettono: «Con il nuovo contratto miglioreremo anche i servizi per i cittadini».
 
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