«Denunceremo anche questo caso scandaloso nella manifestazione del Primo Maggio», fanno sapere dal sindacato: la donna, sposata e con un figlio che studia, percepisce 1.100 euro netti al mese per 36 ore di lavoro settimanale. Nella lettera di licenziamento, firmata dal dg, don Pierluigi Ondei, si legge: «si rileva che la Provincia (termine con cui si indica l'ente religioso di gestione, ndr) ha esperito il tentativo di ricollocarla in mansioni differenti, equivalenti o finanche inferiori a quelle attuali compatibili con il suo stato di salute, appurando tuttavia l'insussistenza di posizioni alternative disponibili».
La donna cinque anni fa si è ammalata di cancro: all'agenzia Ansa ha spiegato che «pur non potendo sollevare pesi superiori ai cinque chili può tranquillamente proseguire a distribuire pasti e pulire i pazienti più autonomi o fare anche altre attività». «Altri dipendenti nelle mie condizioni sono stati ricollocati in lavori analoghi e non vedo perché questo non debba essere fatto per me - ha aggiunto -.
Dopo 33 anni di dedizione al lavoro vengo messa alla porta da un'istituzione che si dice religiosa».