Allarme terrorismo, l'audio-catena su Whatsapp: attenti agli sciacalli. Anche la polizia conferma

Allarme terrorismo, l'audio-catena su Whatsapp: attenti agli sciacalli. Anche la polizia conferma
di Domenico Zurlo
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Sabato 21 Novembre 2015, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 14:58
​La psicosi che sta prendendo piede non solo a Roma ma in tutta Italia, con i vari falsi allarmi bomba degli ultimi giorni dopo i tragici attentati di Parigi, non poteva che avere degli effetti collaterali, e del tipo peggiore.



Succede infatti che ad approfittare di questa situazione arrivino dei veri e propri sciacalli, che cavalcando l’ormai abituale mantra del “le tv non ne parlano”, “i media mentono”, finiscono per seminare il panico tra la gente che non è bene informata. E questo succede sia sui social network, dove il meccanismo di like e condivisioni “di pancia” porta molte migliaia di utenti (o u-tonti) a cascare nelle bufale messe in giro ad arte per disinformare, sia su Whatsapp.



Gira infatti, negli ultimi giorni, un audio scioccante: una telefonata di una signora, una ‘catena’ che lancia l’allarme a Roma. Questa sedicente “informatissima” donna, citando “la mamma di Anastasia che lavora al Ministero degli Interni”, avvisa i suoi interlocutori di “non uscire” e di “restare nella zona di casa nostra, sulla Cassia”. Il motivo? “Le televisioni ci stanno dicendo un sacco di bugie”, “a Lepanto c’era una bomba, altro che falso allarme”. “L’Isis vuole colpire i posti frequentati dai giovani, quindi dovete stare lontani dai locali, dai concerti, anche dalla metropolitana”.



Ipotesi fantasiose, dato che l’intervento degli artificieri sui tre falsi allarmi di ieri nella Metro A e nella Metro C è stato di pochi minuti (si trattava di borse frigo, di trolley, di scatole vuote), cosa assolutamente impensabile in caso di ordigni veri.



Insomma, una bufala, uno scherzo di cattivo gusto. Ovviamente, abbiamo scelto di non pubblicare l’audio in questione. Ma siamo sicuri che a cascarci siano in tanti, col risultato che i falsi allarmi bomba continueranno ad aumentare, come aumenterà la psicosi. Ma siamo sicuri che urlare alla bomba 10 volte al giorno ci renda più sicuri? O ci farà talmente abituare all’idea che siano falsi, che alla fine saremo colti impreparati in caso di attentato vero?



Nella speranza di non porci questo problema, e che di attacchi come quello di Parigi non abbiano mai luogo né a Roma né in tutta Italia, meglio stare attenti a chi approfitta della nostra paura per riderne, o peggio per ricavarne lucro.



RENZI: PER ME È PROCURATO ALLARME Anche il premier Matteo Renzi è intervenuto su quanto abbiamo scritto, denunciando il messaggio vocale che gira sui telefonini: «In queste ore gira un messaggio vocale su WhatsApp di una madre allarmata che parla alla figlia e le dice di stare attenta perchè la situazione è peggiore di quella che le istituzioni fanno conoscere. Ho chiesto agli inquirenti di capire chi e come ha diffuso questo messaggio. Per me è procurato allarme».



LA POLIZIA CONFERMA: È UNA BUFALA Arriva la conferma anche dalla Polizia di Stato: quel messaggio è una «bufala», destinata a provocare solo ulteriore allarmismo. La Polizia di Stato, fin dalle prime ore di questa mattina attraverso la pagina Facebook «Una vita da social» ha pubblicato un post su questo messaggio vocale, al quale ha fatto riferimento anche il premier Matteo Renzi, avvertendo del falso allarme.



Anche la pagina Facebook di «Agente Lisa» ha condiviso la bufala, avvertendo gli utenti del falso allarme e che, in questo modo, oltre a creare un clima di terrore fra la popolazione, si rischia un'incriminazione per il reato di procurato allarme. I messaggi di «Una vita da social» e di «Agente Lisa», strumenti di comunicazione 2.0 della Polizia di Stato vengono accolti con positività dagli utenti, tanto che il post, diventato virale, ha in queste ore raggiunto oltre 2milioni di persone.