Allarme di Tria: «Crescita zero, serve un piano per il Meridione»

Il ministro Tria
Il ministro Tria
di Massimiliano IAIA
3 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Aprile 2019, 08:29
Questa volta ad infondere timori sulla situazione economica è proprio il governo, attraverso le parole del ministro dell'Economia Giovanni Tria: «L'Italia è a rischio crescita zero. Per questo bisogna portare a casa al più presto, e senz'altro entro il varo del Def, il decreto sblocca-cantieri e il decreto crescita, con l'obiettivo di dare ossigeno a una economia sempre più anemica. E ci vorrebbe un grande piano di coordinato per il Mezzogiorno, puntato su innovazione tecnologica, formazione, infrastrutture, investimenti pubblici per rilanciare la crescita in Italia». Il ministro resta tuttavia convinto che la ricetta dell'esecutivo possa funzionare a patto che la si smetta di «tifare contro l'Italia». Di certo, ribadisce ancora una volta il titolare di via XX Settembre, «nessuno ci chiede una manovra correttiva», che rischierebbe solo di avvitare la crisi in un momento di frenata generale. «In Europa - ha spiegato Tria - c'è un rallentamento della crescita perché si è fermato il motore, la Germania». E visti gli stretti legami con la manifattura tedesca della nostra industria, e lo storico ritmo lento dell'economia italiana, sempre un punto sotto la media Ue, ecco spiegato perché «la nostra economia è allo zero mentre la Germania riesce a rimanere allo 0,7-0,8 per cento». E a confermare i timori ha pensato ieri sera il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker: «Crediamo che la crescita dell'Italia arriverà solo allo 0,2 per cento, cioè zero. Il che vuol dire che i problemi dell'Italia continueranno a crescere».
Tornando alle parole di Tria, non si tratta di stime, sottolineano dal suo entourage, ma solo di una constatazione dello stato dell'arte, che il governo gialloverde è impegnato a contrastare con quella che di fatto si sta delineando come una vera e propria manovra, ma per la crescita.
Sarà da vedere se rappresenterà quella «azione massiva» invocata dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: ora, ha detto in tv, è il tempo di chiudere i «conflitti» e di trovare «compattezza» come hanno fatto imprese e sindacati, per agganciare la ripresa e arrivare preparati all'impegnativo appuntamento dell'autunno, quando con la manovra saranno da sminare 23 miliardi di aumenti di Iva. Altrimenti, se le divergenze che emergono di continuo tra Lega e Movimento 5 Stelle dovessero rivelarsi «strutturali» allora meglio sarebbe andare al voto anticipato, piuttosto di «galleggiare». Dopo il quadro a tinte fosche dipinto dal centro studi «Di Maio mi ha scritto un messaggio simpatico, e anche Salvini mi ha mandato un whatsapp, più piccato» rivela Boccia, assicurando che poi il chiarimento è arrivato e che non c'era alcun «attacco al governo» nei dati del Csc ma solo la presa d'atto della situazione. «Il punto è la capacità di reagire e ora la sfida sta tutta» nei due decreti.
C'è molta attesa soprattutto per lo sblocca-cantieri, pensato per avviare decine e decine di opere tra troppo tempo ferme in tutta Italia. Uno sblocco, questo, che - come più volte sottolineato dall'Ance - costituirebbe sicuramente un toccasana per l'economia nazionale. Secondo quanto si apprende, il decreto ingloberà anche le misure per la ricostruzione nelle zone colpite da terremoti. L'obiettivo sarebbe quello di inviarlo al Quirinale per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale già questa settimana. Al momento, dopo l'intesa politica sugli interventi per riavviare i cantieri chiusa nei giorni scorsi nella maggioranza, sarebbero in corso ancora valutazioni tecniche, anche della compatibilità finanziaria di alcune misure sul sisma.
Se lo sblocca-cantieri sembra in dirittura di arrivo, non sono ancora tutti sciolti i nodi sul crescita, cui stanno lavorando sia il ministero dell'Economia sia quello dello Sviluppo economico, guidato da Luigi Di Maio. Un punto si farà probabilmente già oggi, quando Tria incontrerà il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, anche per tirare le fila sul decreto per gli indennizzi dei risparmiatori. Difficile che ci possa essere un vertice allargato, visto il complesso incrocio delle agende dei principali attori di governo: e in settimana l'unica finestra utile per approvare il decreto, tra l'altro, sembrerebbe essere quella di giovedì mattina.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA