L'incidente aereo sulle Alpi ripropone il tema della sicurezza delle compagnie low-cost che, secondo uno studio di Price Waterhouse Coopers del giugno scorso, rappresentano ormai il 25% del mercato dell'aviazione commerciale civile.
Le statistiche, in realtà, sembrano sfatare la vulgata secondo cui i voli economici sono meno sicuri delle compagnie di bandiera. Basti pensare che fino ad oggi nei cieli europei nessun grave incidente aveva visto coinvolti vettori low-cost. Un'inchiesta pubblicata nel 2013 dall'Economist rivela come i risparmi operativi derivino da voci di bilancio diverse dal quella relativa alla sicurezza: in primo luogo dall'attenzione con cui i vettori cercano di massimizzare il numero di passeggeri per volo, riducendo il più possibile le poltrone vuote; dal taglio di qualsiasi amenità a bordo e, infine, dal politica per cui ogni servizio extra si paga. Anche i numeri confermano gli alti standard di sicurezza. Partiamo dal Nord America: dei 20 peggiori disastri aerei avvenuti nei cieli statunitensi solo due hanno visto coinvolti voli di vettori low-cost.
In Europa, prima del disastro dell'Airbus della Germanwings, le statistiche erano ancora più favorevoli visto che, appunto, nessuna compagnia era stata coinvolta in gravi incidenti aerei.