Omicidio dell'ex maresciallo dei carabinieri, per l’accusa ha sparato Spagnulo. I due arrestati: «Siamo innocenti»

Per l’accusa ha sparato Spagnulo. I due arrestati: «Siamo innocenti»
Per l’accusa ha sparato Spagnulo. I due arrestati: «Siamo innocenti»
di Luigi Miozzi
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Venerdì 12 Giugno 2020, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 08:48

ASCOLI - Si professano innocenti, Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli, i coniugi da martedì scorso in stato di fermo con l’accusa di aver compiuto l’omicidio di Antonio Cianfrone. Moglie e marito - la prima rinchiusa nel carcere di Castrogno e il secondo nella casa circondariale di Marino del Tronto - hanno incontrato il loro difensore di fiducia, l’avvocato Alessandro Angelozzi, al quale hanno entrambi confermato di essere totalmente estranei a quanto sostenut o dalla Procura di Ascoli nelle oltre quaranta pagine che costituiscono il decreto di fermo.

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Nel provvedimento, infatti, vengono riportate un cospicuo numero di fotogrammi catturati dalle telecamere degli impianti di videosorveglianza presenti nelle zone limitrofe con attraverso i quali gli inquirenti avrebbero ricostruito le varie fasi dell’omicidio: dal momento in cui la coppia sarebbe uscita di casa fino a quando i due non si sarebbero dati alla fuga subito dopo aver compiuto l’omicidio. 

Nel documento della Procura, inoltre, anche sulla base delle testimonianze raccolte subito dopo l’agguato da alcune persone che erano presenti sulla pista ciclabile in quel momento, verrebbero evidenziato una serie di riscontri che poterebbero a individuare in Giuseppe Spagnulo come colui che ha esploso i quattro colpi che hanno ucciso Antonio Cianfrone. Inoltrre, ad inchiodare i coniugi per la Procura sarebbero i tabulati telefonici. Dai dati delle celle dei ripetitori moglie e marito verrebbero collocati proprio nella zona dove è stata compiuto l’omicidio. 

Ma Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli rigettano ogni accusa e domani, nel corso della udienza di convalida, dovranno ribattere punto per punto tutte le accuse mosse nei loro confronti. Soprattutto, dovranno dire dove si trovavano mercoledì 3 giugno tra le 8,30 e le 9 quando Antonio Cianfrone è stato freddrato mentre stava facendo jogging. Dovranno fornire un alibi in grado di smontare il castello accusatorio che la Procura ha costruito dopo aver raccolto indizi che vengono definiti gravi e concordanti sulla responsabilità di moglie e marito. Restano ancora da chiarire del tutto due aspetti fondamentali. Il primo è il movente. 

Che tra i due fermati e l’ex carabiniere i rapporti si fossero incrinati da tempo è stato accertato ma resta da capire se negli ultimi tempi possano essere accaduti altri episodi che abbiano potuto aggravare ulteriormente una situazione già grave fino ad arrivare ad armare la mano di Giuseppe Spagnulo e a compiere l’agguato insieme con la moglie. L’altro nodo da sciogliere è quello dell’arma del delitto. La pistola usata per uccidere l’ex vice comandante dei carabinieri di Monsampolo non è ancora stata ritrovata. 

Ieri mattina, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Ascoli hanno effettuato un nuovo sopralluogo nei pressi dell’abitazione della famiglia Spagnulo e si sono recati anche nel deposito comunale dove lavorava Spagnulo. La pistola, che si ipotizza possa essere una a tamburo dal momento che non sono stati rinvenuti i bossoli, viene cercata con l’ausilio del metal detector tra i campi della zona di San Pio X dove è stato compiuto l’omicidio e con l’impiego dei sommozzatori della guardia costiera che hanno perlustrato alcuni canali presenti nei pressi della pista ciclabile. Non è escluso, infatti, che i due killer si siano disfatti dell’arma gettandola durante la fuga in uno dei canali oppure nel fiume Tronto che scorre poco lontano. 

Indicazioni importanti per individuare l’arma potranno arrivare dall’autopsia eseguita ieri nel reparto di medicina legale dell’ospedale Mazzoni di Ascoli e terminata in serata.

Dall’esame è stato confermato che a raggiungere Antonio Cianfrone sono stati quattro colpi, tre dei quali esplosi alle spalle della vittima che sarebbe risultati quelli micidiali. Non è da escludere, dunque, che dopo essere stato raggiunto dal primo proiettile frontalmente, Cianfrone possa aver tentato di sfuggire all’agguato e trovare riparo oppure che possa essere stato colpito mentre era già a terra. Per stabilire le esatte traiettorie e ricostruire la dinamica dell’omicidio, la Procura potrebbe disporre nei prossimi giorni un esame balistico. 

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