Caso Esposito, un clamoroso
passo falso della magistratura

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Venerdì 15 Novembre 2013, 15:10 - Ultimo aggiornamento: 18:28
Caro direttore,

non è giusto usare due pesi e due misure. Il giudice Antonio Esposito secondo me andrebbe sanzionato. Prima di tutto perchè è un giudice della Corte di Cassazione, e proprio per la carica che occupa dovrebbe avere più rispetto e risevatezza, e non spiattellare ai quattro venti - come invece ha fatto - la sentenza del caso Mediaset.



Si vedeva lontano un miglio che il giudice aveva dei sassolini nelle scarpe, che evidentemente voleva togliersi. Per questo penso che un Paese che si rispetti avrebbe dovuto sostituirlo immediatamente. Berlusconi è quello che tutti conosciamo, ma di fronte alla legge deve essere giudicato con serietà: questo è il compito dei magistrati. In situazioni come questa il Capo dello Stato sarebbe dovuto intervenire, quale massimo organo del Consiglio superiore della magistratura, per rispetto della Costituzione la quale cita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Ma mi meraviglio che Napolitano non lo abbia fatto. La ringrazio se vorrà fornirmi il suo saggio pensiero.




G. C.

Caorle (Venezia)







Caro lettore,

non so quanto saggio sia il mio pensiero (talvolta sarebbe assai più saggio e conveniente tacere...), ma ritengo che con questa decisione il Consiglio superiore della magistratura, ossia l'organo di autogoverno dei giudici, abbia commesso un clamoroso passo falso. Ovviamente non metto in discussione la correttezza dal punto di vista formale della decisione di non sanzionare in alcun mondo il giudice Esposito per la sua avventata intervista al Mattino di Napoli.



Certamente gli autorevoli componenti del Csm avranno trovato nell'ambito della sterminata produzione legislativa italiana adeguate pezze d'appoggio alle loro scelte. Il problema è un altro: anche questa volta i magistrati sono apparsi assai benevoli nei confronti del loro collega e l'atteggiamento auto-assolutorio che, da sempre, caratterizza molte delle decisioni disciplinari del Csm ha avuto ancora una volta la meglio. Un comportamento che non contribuisce certo a migliorare la credibilità della magistratura italiana. E che trasmette ai cittadini la sensazione che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Ma i magistrati lo sono un po' di più.