Venere di Botticelli, la diagnosi dopo 550 anni: morta per un raro tumore

La protagonista di uno dei quadri più famosi al mondo, la Venere di Botticelli, ha un risvolto importante: Simonetta Vespucci sarebbe morta per un raro tumore
La protagonista di uno dei quadri più famosi al mondo, la Venere di Botticelli, ha un risvolto importante: Simonetta Vespucci sarebbe morta per un raro tumore
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Sabato 25 Settembre 2021, 20:33

Dopo quasi 550 anni dalla sua scomparsa, arriva la diagnosi sulla morte di Simonetta Vespucci, la musa ispiratrice nonchè Venere di Sandro Botticelli, che sarebbe stata colpita da un raro tumore.

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Considerata la donna più bella del Rinascimento, Simonetta è il volto di uno dei dipinti più famosi di tutti i tempi, "La nascita di Venere”, custodita nella Galleria degli Uffizi a Firenze. A certificare la sua malattia è uno studio italiano firmato da un gruppo di esperti e scienziati di diverse università.

Da quanto comunica l'Adnkronos, la diagnosi sarebbe partita dallo studio fatto dall'organo ufficiale della Società di Endocrinologia americana, 'Endocrine Practice'. L’obiettivo della ricerca è stato triplice: verificare che il soggetto raffigurato da Botticelli in diversi dipinti rappresentasse la stessa donna, identificare i tratti facciali influenzati dalla progressione di un tumore secernente ormone della crescita e prolattina, e confermare che i cambiamenti osservati dei tratti del volto, visibili nei ritratti di Simonetta Vespucci, fossero compatibili con i cambiamenti dei tratti facciali identificati in precedenza. 

Simonetta Vespucci morì nel 1476 a 23 anni, e l’ipotesi del gruppo di scienziati è che soffrisse di un tumore all'ipofisi che progrediva verso l'apoplessia ipofisaria, una condizione caratterizzata da necrosi, emorragica o ischemica, dell'ipofisi. Lo studio, è firmato da Paolo Pozzilli dell'unità di Endocrinologia e diabete del Campus Bio-Medico dell’Università di Roma insieme con Gianluca Vollero, del Laboratorio di Sistemi Computazionali e Bioinformatica della facoltà di Ingegneria Biomedica dello stesso ateneo romano e dalla professoressa AnnaMaria Colao del Dipartimento di Endocrinologia e Oncologia Molecolare dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

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