Due navi con 2.600 bovini a bordo vagano in mare da dicembre: sospettate di avere a bordo del bestiame infetto, non riescono a trovare un porto dove sbarcare. Accade nel Mediterraneo, dove due ex-navi cargo, partite dalla Spagna lo scorso dicembre, continuano a vagare senza meta perchè non sono riuscite ad attraccare nei porti di destinazione, rispettivamente in Turchia e in Libia. Una delle due è stata avvistata nei giorni scorsi al largo di Augusta, in Sicilia, e poi anche a Cagliari, in Sardegna.
Il fatto
A rendere noto il fatto è stato l'avvocato Manuela Giacomini per conto della Fondazione per il benessere degli animali, che ha informato la commissione Petizioni del Parlamento europeo in un incontro online. Su richiesta urgente di Giacomini, il governo italiano ha anche tentato un'ispezione, ma la nave è ripartita prima che potesse essere eseguita. La petizione presentata dalla Fondazione alla commissione del Parlamento europeo ora chiede all'Ue di avviare procedure di infrazione contro Francia, Croazia, Romania, Spagna e Slovenia per violazione delle norme sul trasporto degli animali e di redigere linee guida precise sui controlli che devono essere eseguiti dai funzionari pubblici.
La Commissione UE intervenga sul caso di un cargo che trasporta da 2 mesi oltre 2000 #bovini nel #Mediterraneo.
— Europa Verde - Verdi (@europaverde_it) February 25, 2021
Ci auguriamo che questo episodio sia il punto di partenza per controlli più severi e per una seria revisione del regolamento sul trasporto di #animali.@EleonoraEvi pic.twitter.com/P6UHnDsfgB
Le dichiarazioni
«In questi ultimi due mesi - ha detto Manuela Giacomini - abbiamo assistito all'ennesima violazione sistematica (del regolamento europeo ndr.) con conseguenze veramente molto gravi per gli animali trasportati» . Nel corso del suo intervento davanti alla commissione del Pe, Andrea Gavinelli, per conto della Commissione Ue, ha detto che la commissaria Ue Stella Kyriakides ha già scritto al ministro della Salute spagnolo e a quello cipriota per «incoraggiare un intervento il più rapido possibile» e «inviare un rapporto» a Bruxelles.
«Qualsiasi elemento in più ci servirà a migliorare l'applicazione della legislazione, anche in caso di esportazione di animali vivi verso Paesi terzi», ha aggiunto Gavinelli.