Amazzonia, foresta e giaguari a rischio fra disboscamento e incendi. Arrivano i droni controllori

Amazzonia, foresta e giaguari a rischio fra disboscamento e incendi. Arrivano i droni controllori
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Lunedì 10 Agosto 2020, 07:28
La tecnologia aiuta la natura e i droni vengono utilizzati per difendere la foresta pluviale in Amazzonia e il suo iconico animale, il giaguaro.

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La tribù Uru-Eu-Wau-Wau che conta circa 300 persone, insieme a centinaia di altre sparse in tutto il continente, sono i principali difensori di quest’oasi di biodiversità che viene rasa al suolo per diversi scopi, dall’agricoltura all’allevamento. Insieme al rischio per il loro stile di vita, come spiega il “The Independent”, la deforestazione dilagante sta cancellando la foresta pluviale, uno dei polmoni della terra, insieme agli ecosistemi complessi di cui il giaguaro è il predatore principe.
Bitaté Uru-eu-wau-wau, 20 anni, coordinatore dell'Associazione dei popoli indigeni, ha dichiarato al quotidiano britannico online: “Uccidono il giaguaro come uccideranno in futuro gli indigeni. Uccidendo il giaguaro, uccidono anche noi con la deforestazione, l'estrazione mineraria, l'intossicazione. Mi dà una profonda tristezza ricevere la notizia che questo animale è stato ucciso. Vederlo nel suo habitat è una cosa bellissima, ammiriamo solo la sua presenza”
.

Il commercio illegale di animali selvatici è una minaccia emergente in un continente che storicamente non ha fatto sforzi per fermarlo. I giaguari erano prossimi all’estensione già a metà del XX secolo a causa delle loro pelli pregiate, fino a quando, nel 1975, il commercio internazionale della specie fu fermato. La minaccia oggi è di nuovo incombente, con la popolazione totale di quest’animale diminuita di circa un quarto in tre generazioni. La specie inoltre è particolarmente vulnerabile alla perdita di habitat dovuta all'accelerazione della deforestazione e agli incendi provocati per espandere l'agricoltura, disboscare o favorire l'estrazione mineraria. Tagliare e incendiare la foresta pluviale è una doppia minaccia per loiro: distruggono il loro ambiente e forniscono un accesso più facile a cacciatori di trofei, bande criminali e bracconieri.
L'abbattimento dei “corridoi forestali” rende i giaguari particolarmente vulnerabili, dato li intrappolano in parti isolate che si restringono sempre più e riducono la loro capacità di cacciare e riprodursi.
Le comunità indigene si rivolgono sempre più alla tecnologia per proteggere la foresta: i droni aerei si dimostrano una soluzione ottimale per il monitoraggio di un territorio vasto e difficile e vengono già utilizzati dalle comunità indigene in Brasile, Ecuador e Perù.  
 

 
Il primo contatto della tribù Uru-eu-wau-wau con il mondo esterno è iniziato tre decenni fa e da allora hanno lentamente integrato gli aspetti della tecnologia moderna nelle loro vite: uno dei loro nove villaggi ha una connessione Wifi un po’ incerta, mentre quattro villaggi sono collegati alla rete elettrica.
I droni sono stati finanziati dai sostenitori del WWF UK, mentre il WWF-Brasile e la Kaninde Association of Ethno-Environmental Protection, organizzazione no-profit locale che lavora con le comunità indigene, hanno istruito i membri più giovani della tribù su come farli volare. Kaninde ha anche realizzato il kit di osservazione high-tech della tribù con un laptop, una videocamera HD, una videocamera impermeabile, walkie-talkie e un dispositivo GPS. L'attrezzatura consente alle tribù di rilevare e denunciare l'accaparramento illegale di terre, senza mettersi in pericolo con le bande armate coinvolte nell'azione.


I droni si sono già dimostrati preziosi. A gennaio, hanno scoperto quasi 500 acri deforestati nella riserva: in totale, a 15 territori indigeni a 7 state sono stati fornite apparecchiature, addestramento e attrezzature antincendio. Le immagini dei droni possono essere presentate in tribunale come prova a carico e con la crescita della connettività Internet, ci saranno maggiori possibilità di allertare le autorità più rapidamente. Per ora per caricare le immagini è necessario un lungo viaggio in auto fino alla città più vicina, dove i membri della tribù pagano il wifi di tasca propria.
A questo scopo la campagna Stop The Illegal Wildlife Trade, lanciata dal maggiore azionista di The Independent, Evgeny Lebedev, chiede uno sforzo internazionale per reprimere il commercio illegale di animali selvatici, che rimane una delle maggiori minacce alla futura biodiversità.
 
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