Trasporti green, l'imprenditore Giammario Lacchi: «Il futuro è già oggi»

Trasporti green, l'imprenditore Giammario Lacchi: «Il futuro è già oggi»
di Nico Riva
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Lunedì 9 Novembre 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 12:17

«Il futuro è già oggi». Ne è fermamente convinto Giammario Lacchi, 46 anni, che dal 2014 ha deciso di intraprendere una trasformazione con la sua azienda e “cambiare pelle” attraverso la riconversione sostenibile della sua attività. La Lacchi S.p.A. si occupa di logistica, stoccaggio merci e distribuzione con grandi mezzi, tir e camion, con un occhio di riguardo all’ambiente. «Almeno ci proviamo, con tutta l’umiltà del caso, perché siamo autodidatti, ma abbiamo deciso di fare qualcosa nel nostro piccolo e ridurre l’impatto ambientale dei nostri trasporti».

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Come nasce la svolta green di Lacchi S.p.A?

Da una domanda: perché quando andiamo a comprare un elettrodomestico, controlliamo la classe energetica e quando compriamo un servizio di trasporto invece nessuno si chiede quanto inquiniamo? Mi sono guardato intorno e da padre mi sono chiesto cosa si potesse fare, per le generazioni future, per lasciare loro un mondo migliore, e abbiamo iniziato dalla riduzione della Co2.

In che modo?

Con un produttore nel nord Europa abbiamo fatto il primo prototipo di camion totalmente elettrico nel 2017. Parlo di prototipo perché i camion piccoli, furgoni, ce ne sono tanti elettrici, ma nessuna casa automobilistica oggi produceva quelli più grandi, se non in sperimentazione.  Poi abbiamo costruito i campi fotovoltaici sopra le nostre strutture per produrre l’energia elettrica che serve ad alimentare i camion. Non accontentandoci abbiamo anche sperimentato i sistemi di accumulo a batterie per immagazzinare l’energia che producevamo ma non utilizzavamo direttamente, per poterla poi avere ad esempio alla sera per l’illuminazione. 

Le difficoltà maggiori?

Innanzitutto far omologare il camion, perché veniva visto come un oggetto strano. Ho portato i documenti complessivi del mezzo ma non veniva accettato perché non esisteva. Oggi sono in circolazione sei nel Lazio e dodici in Lombardia. Poi il primo viaggio nel 2018, da Roma a Padova, è stato faticoso perché pur essendo questi camion il massimo che c’è oggi sul mercato hanno una percorrenza di 300 km, quindi avevamo bisogno di diversi punti di ricarica sulle strade che non c’erano. Infine, una difficoltà economica: un camion elettrico costa tre volte tanto uno normale. 

La soddisfazione più grande?

Il Premio Logistico 2018. Siamo una piccola realtà, vedere le nostre idee e i nostri sforzi premiati ci ha riempiti di orgoglio.

Quali sono i suoi piani futuri per l’azienda? Cosa si può migliorare?

Oggi siamo arrivati ad un 65% di utilizzo di energia dalle fonti rinnovabili e siamo in autonomia per circa il 60% dell’energia. Abbiamo dimezzato la Co2 che producevamo con le nostre attività negli ultimi tre anni. L’obiettivo è quello di arrivare a zero emissioni di Co2 entro il 2024. Continuando così penso che ci arriveremo.

Cos'ha comportato per voi la pandemia?

Abbiamo sofferto un po’ il lockdown, ma abbiamo anche “cambiato un po’ pelle”. Abbiamo subito delle perdite ma siamo riusciti a far lavorare tutto il nostro personale. Stiamo inoltre approfittando dell’occasione del coronavirus per velocizzare il passaggio dai combustibili fossili all’elettrico.

A che punto è l'Italia in materia di mobilità sostenibile rispetto al resto d’Europa?

Per quanto riguarda il nostro settore, un po’ indietro.

Nel Nord Europa (Paesi Bassi e penisola scandinava), anche per quanto riguarda le automobili, stanno molto più avanti. Noi siamo all’avanguardia per quanto riguarda il fotovoltaico, anche perché siamo favoriti dalla nostra posizione per il clima, ma siamo rimasti fermi lì. Non abbiamo preparato tutto il resto. Ad esempio, in Germania hanno elettrificato le autostrade con i pantografi, e ciò permette a mezzi come i nostri di ricaricarsi mentre camminano. Noi con le linee dei trampotremmo fare qualcosa di simile. Idee da mettere in campo ce ne sarebbero. Sarebbe bello se qualcuno ci aiutasse a realizzarle.

I bonus monopattini e bici sono uno specchietto per le allodole o un utile incentivo?

Sono stati molto criticati perché c’erano altre priorità, però sono iniziative valide che possono aiutare ad andare verso la giusta direzione: vivere in un mondo più sostenibile. Intanto qualcuno ci sta provando. Voglio vedere il lato positivo.

Il suo impegno ambientale è di vecchia data o nasce dall’emergenza degli ultimi anni?

È qualcosa che ho dentro da sempre. La mia generazione ha un approccio all’ambiente diverso da quello delle generazioni precedenti. L’inquinamento della plastica, ad esempio, a me personalmente genera sofferenza. Quindi, in particolar modo quando sono diventato genitore, ho deciso che nel mio piccolo volevo provare a rendere il mondo migliore, e con i miei collaboratori comportarci in modo virtuoso. Il mondo dei trasporti viene sempre visto come un centro di costo e non come un’opportunità di soluzione dei problemi. Possiamo contribuire in modo fattivo all’abbattimento degli inquinanti che ci rovinano la vita.

Come convincerebbe gli scettici che la riconversione sostenibile è necessaria?

Gli direi che sono anacronistici. Credono abbiano degli interessi, per non vedere che il cambiamento è in atto. È come per le sigarette: prima nei locali si fumava tranquillamente, oggi se vedi qualcuno che fuma al ristorante ti senti male. Il futuro è già oggi, è partito. E trovo agghiacciante e impressionante che ancora oggi leader come Donald Trump, sicuramente per interessi legati al loro elettorato, continuino a negarlo. Spero che la nuova amministrazione prenda a cuore la questione ambientale. 

E Greta Thunberg?

Il coraggio che ha dimostrato questa ragazza deve essere d’esempio. La sua voce sicuramente nel tempo verrà sempre più ascoltata, o almeno è quello che mi auspico. Il movimento che ne è nato è una breccia bellissima di positività. Posso essere solo un fervente sostenitore di quello che stanno facendo. Davanti ai cambiamenti, comprendo che sia legittima la paura, ma rimango un ottimista. Le novità spaventano, ma è quella la strada.

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