Patatine Pringles al Prosecco, scatta il sequestro al supermercato: «Furto d'identità»

Patatine Pringles al Prosecco, scatta il sequestro al supermercato
Patatine Pringles al Prosecco, scatta il sequestro al supermercato
di Angela Pederiva
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Mercoledì 16 Ottobre 2019, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 17:04

Il popolare quotidiano britannico The Sun dava l'annuncio il 15 ottobre 2018: «Se vi piace sorseggiare un bicchiere di Prosecco con le vostre patatine, sarete eccitati nel sapere che Pringles ha appena lanciato un gusto che combina i due». Ma quella notizia non ha agitato solo gli appassionati dell'aperitivo, bensì anche l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, che dopo essere prontamente intervenuto nei supermercati della catena inglese Tesco e dopo l'ennesima segnalazione del Consorzio della Doc, esattamente a un anno di distanza ha sequestrato altre centinaia di confezioni dello snack, vendute e pubblicizzate dai supermercati del gruppo veneto Tosano. «I furti di identità non possono essere consentiti», ha commentato Teresa Bellanova, ministra delle Politiche Agricole.

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LE INDAGINI
Secondo quanto trapela dal ministero, il blitz ha riguardato per il momento 250 tubi di patatine al Prosecco e grani di pepe rosa, commercializzate da una ditta olandese, che nella lista degli ingredienti citavano anche una non meglio precisata polvere di prosecco. Ma le indagini dell'Icqrf, entrato in azione con il personale dell'ufficio Nordest che ha sede a Conegliano, non si fermano, come sottolinea il capo dipartimento Stefano Vaccari: «Alla fine potremmo arrivare a qualche migliaio di scatole, perché sono in corso altri prelievi e la società si è impegnata a ritirare il prodotto». Pringles ha affidata la sua posizione a una nota ufficiale: «La variante Prosecco e Pink Peppercorn è stata prodotta nel 2018 come limited edition per il periodo delle festività natalizie. Abbiamo utilizzato Prosecco Doc come ingrediente nell'aroma e l'utilizzo del nome del prodotto sulla confezione è stato pensato in linea con le linee guida Doc (Denominazione di Origine Controllata) e i regolamenti europei. Non abbiamo in programma di produrre questa variante in futuro».

LA CONTESTAZIONE
Al termine dell'istruttoria, ad ogni modo, scatteranno le sanzioni. «L'identificazione dei responsabili è tuttora in corso precisa Vaccari ma per noi la contestazione è chiara: ravvisiamo una violazione del Testo unico del vino, che vieta l'uso di un nome protetto da un'indicazione di origine senza l'autorizzazione del Consorzio. Se fosse successo in Francia, con delle ipotetiche patatine allo Champagne, l'ente di tutela avrebbe dovuto avviare una causa, mentre in Italia disponiamo di una legislazione molto stringente e di un sistema di controlli altrettanto efficace. Basti pensare che, negli ultimi cinque anni, abbiamo effettuato quasi un migliaio di interventi in difesa del Prosecco, in tutto il mondo e anche sul web, che non è una zona franca, tant'è vero che nel giro di poche ore otteniamo la rimozione delle inserzioni illecite su piattaforme come eBay, Alibaba e Amazon».

IL FENOMENO
Viste le dimensioni del fenomeno, si tratta però di una rincorsa continua. Rimarca Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc: «L'attività di tutela ci impegna quotidianamente tanto quanto quella di promozione. Chiaramente il nostro è un prodotto di successo, per cui sono frequenti i tentativi sia di contraffazione che di uso indebito del marchio, anche per caramelle, cibo per cani, perfino gel lubrificanti erotici...». Un anno fa sempre The Sun elencava le proposte più disparate di vari market: da Asda le focaccine al Prosecco e lampone, da Aldi il tè al gusto di Prosecco, da M&S la carne macinata al Prosecco. «Ma il Sistema Prosecco, formato dai tre Consorzi, è sempre vigile», assicura Innocente Nardi, presidente della Docg di Conegliano Valdobbiadene.

Come dice il governatore Luca Zaia, ex ministro delle Politiche Agricole, ne va dei «produttori onesti che promuovono la qualità e il territorio».

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