Mario Farulla, il bartender arriva al Chapter e racconta una generazione: «Vi svelo il mio Margarita Market, drink della seconda opportunità»

Mario Farulla
Mario Farulla
di Valeria Arnaldi
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Domenica 13 Settembre 2020, 18:03 - Ultimo aggiornamento: 18:06

Forte del successo all’ultima edizione dei The World’s 50 Best Bars - la sua drink list per Baccano ha imposto il locale al 70esimo posto della classifica mondiale dei migliori cocktail bar - sarà Mario Farulla, uno degli esponenti più apprezzati e celebrati del bartending internazionale, a mettersi alla guida del Lobby Bar del Chapter Roma, luxury Hotel di Marco Cilia, nel cuore della Capitale, in via S. Maria de’ Calderari.

A meno di un anno dall’inaugurazione, la riapertura del Chapter è segnata da numerose novità, dall’arrivo di Farulla, appunto, all’annuncio di un nuovo ristorante, la cui visione di gusto sarà firmata da Davide Puleio.

La stagione si apre proprio con Farulla. Romano, vanta un lungo e articolato percorso, che lo ha visto passare dai piccoli bar di periferia ad alcuni dei più noti club della scena internazionale, fino ad arrivare a più ristoranti stellati, da Gordon Ramsey a Chris e Jeff Galvin. E poi, ai bar d’albergo, come quello del Four Season di Dubai, dove, spiega, ha «potuto mettere a fuoco ogni sfumatura del mestiere di bar manager che non si esaurisce nell’ideazione di una drink list di successo ma richiede grande capacità nell’ottimizzare la gestione di ogni sfumatura dell’offerta “beverage” all’interno di un hotel di lusso».
 

 


Tra una decina di giorni, al Chapter, presenterà la sua nuova drink list. «Sarà divisa per capitoli - anticipa - Il menu parlerà delle esperienze di vita delle diverse generazioni, viste ovviamente con i miei occhi. Racconterò la mia esperienza principalmente, cercando però punti di contatti con quelle di chi ha vissuto quegli stessi anni. Mi riferisco alle persone nate intorno al 1980, che hanno visto la società evolversi e cambiare, hanno affrontato varie problematiche, si sono dovute reinventare, hanno viaggiato per trovare il loro posto nel mondo. Diciamo che si tratta di una generazione un po’ illusa dalla possibilità di fare tutto, ma che, nella concretezza, ha incontrato problemi».

La drink list - «Sarà un costante work in progress, si aggiungeranno nuovi capitoli», spiega - prevede quindici drink, ripartiti in cinque capitoli, «in un percorso che dall’infanzia arriva all’età adulta».

Farulla svela a Leggo una di queste creazioni in anteprima.
«Proporremo il Margarita Market. Lavoreremo la tequila con la frutta di scarto, presa da quella che rimane dalle lavorazioni del nostro Salad Bar, e le daremo una seconda opportunità, quella che tutti nella nostra generazione hanno voluto o cercato e che non dovrebbe mai essere negata. Gli ingredienti sono proprio tequila e frutta. Il principio alla base della Carta è usare pochi elementi ma valorizzarli al massimo. Sarà una drink list minimale ma non scarna, ricca di contenuti».

Tra i capitoli di questa sorta di storia da bere, entra anche il difficile momento che stiamo vivendo. Non come “tema”, però. «Faremo una politica aggressiva di contenimento dei prezzi, grazie all’aiuto di molte aziende sponsor - afferma -  questo sarà il nostro modo di affrontare il rilancio. Non vogliamo parlarne o usarlo come tema di un cocktail, desideriamo fare qualcosa di pratico».

Chiarite le basi, Farulla si prepara ad affrontare il Chapter come una “sfida”: «Sento il bisogno di confrontarmi ancora con me stesso. Chapter Roma rappresenta la mia prossima sfida, ossia sdoganare il concetto del bar d’albergo, in Italia e in particolare tra i romani che continuano a vederlo come un luogo distante, quasi inaccessibile. Voglio traghettare il Lobby Bar in un’inedita dimensione “street”, aprirlo alla città e farne un autentico motore del fermento che ruota intorno a questo hotel. A guidarmi sono l’entusiasmo e un perenne spirito da viaggiatore: mescolerò le tecniche affinate in Asia, l’attenzione alle materie prime e ai processi di produzione che ho potuto esplorare in Sud America, avvolgendo tutto con il calore dell’accoglienza italiana».

Non solo Lobby Bar. In autunno è prevista l’apertura del ristorante con Davide Puleio, che ha mosso i primi passi nell’alta ristorazione pesso Il Convivio di Angelo Troiani ed è stato premiato dalla Guida Michelin come Miglior Giovane Chef del 2020 nonché con una Stella per il lavoro al ristorante L’Alchimia di Milano.
Dopo Troiani, Puleio ha fatto esperienze all’estero, dal Texture di Londra alla corte di Agnar Sverrisson, fino al Noma di Copenaghen, è stato il primo italiano assunto dal ristorante danese. Tornato in Italia, è passato tra Milano e Roma,  da Trussardi alla Scala con Luigi Taglienti al capitolino Pipero con Luciano Monosilio e Alessandro Pipero, da L’Alchimia fino al Chapter, appunto.

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