La grave crisi che ha investito l'Italia a causa della pandemia ha colpito molti settori. L'industria alimentare ha deciso di ripartire, in primis dalle persone, dall'alta formazione e dalle relazioni sindacali. Perciò, Unione italiana Food, AssoBirra, Fai - CISL, FLAI-CGIL, UILA - UIL, Università degli studi dell'Insubria e la rete Fondazioni ITS Italia hanno dato il via ad una convenzione che permetterà la realizzazione di corsi di alta formazione a partire da settembre. I corsi prevedono il 30% della durata in azienda per facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro di tecnici altamente specializzati.
«La nostra convenzione - dichiara il Direttore Generale Unionfood, Mario Piccialuti, con il mondo degli ITS è espressione di concretezza dell'azione di rappresentanza. Confermare i temi delle relazioni sindacali significa confermare un dialogo tra sindacato e impresa che ha costituito un punto di forza nel settore alimentare».
Il settore dell'Agroalimentare è quello che ha resistito meglio alla pandemia. Come confermano i dati relativi ai settori di Unione Italiana Food, il settore in questione investe circa un miliardo e mezzo di euro ogni anno. Come riport l'Inai, nel primo trimestre del 2020, il comparto agroalimentare ha resistito, crescendo dello 0,8% rispetto al primo trimestre del 2019.
«L'industria agroalimentare - sottolinea il segretario generale FAI CISL, Onofrio Rota - si sta affermando come un laboratorio in cui stiamo sostenendo una visione di bene comune e innovazione sociale e contrattuale. Dobbiamo costruire in anticipo risposte adeguate davanti ad un modello formativo che non funziona».