Dieta, una fetta di anguria per dimagrire: ha poche calorie e contrasta l'invecchiamento

Dieta, una fetta di anguria per dimagrire: ha poche calorie e contrasta l'invecchiamento
di Maria Rita Montebelli
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Mercoledì 7 Luglio 2021, 07:09 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 15:34

Il re indiscusso dell'estate è lui. E vederlo occhieggiare dai banchi di frutta con quei semini neri in campo rosso fa subito allegria e voglia di vacanze. Ma il cocomero è molto più che un'iniezione di buonumore. È un vero e proprio pieno di salute, come ricorda un gruppo di ricercatori americani che, sul cocomero, ha deciso di avviare uno studio scientificamente così valido da essere pubblicato sulla rivista dell'American Heart Association, la società dei cardiologi americani.
«Se la frutta deve occupare un posto speciale nella dieta ricorda Tim Allerton, ricercatore presso il Pennington Biomedical Research Center della Louisiana State University a Baton Rouge (Usa) - la combinazione dei nutrienti di questo frutto, ne fanno un alimento addirittura speciale». Perché è una fonte importante di potassio, magnesio, minerali preziosi, soprattutto nella calura estiva. Ma ha anche un buon contenuto di vitamine, in particolare C ed A e, in misura minore, B1, B5 e B6. Il tutto al prezzo di appena 46 calorie per porzione (150 grammi). E come ben ricorda il suo nome inglese (watermelon) il cocomero è fatto di acqua per il 92 per cento. Dunque, ha grandi proprietà idratanti. Ma non è tutto.

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LO STRESS
Quello che rende questo frutto davvero eccezionale è il suo contenuto di antiossidanti, come le vitamine A e C, che aiutano a tenere a bada lo stress da radicali liberi. Uno di questi preziosi antiossidanti è il licopene, la sostanza che conferisce il colore rosso intenso e lo dota anche di proprietà antinfiammatorie. Correlate, per esempio, ad un ridotto rischio di ictus.
Il licopene è assai abbondante nella salsa di pomodoro, ma il cocomero ne contiene il 40% in più che i pomodori crudi. Altro importante antiossidante globale contenuto nel frutto rosso, come dicono i ricercatori, è il glutatione. Molto elevato è anche il livello di citrullina, un aminoacido. Uno studio di qualche anno fa, ha rivelato che la citrullina del cocomero permette agli atleti un più rapido recupero dai dolori muscolari. Ma la citrullina è collegata anche alla produzione di ossido nitrico, una sostanza fondamentale per la salute delle arterie. La citrullina del cocomero potrebbe avere potrebbe avere un effetto antipertensivo, anche se per vederlo bisognerebbe mangiare un chilo e mezzo di cocomero al giorno per settimane. Una porzione ragionevole (100-150 grammi), magari non tutti i giorni, non è preclusa neppure alle persone con diabete, visto che il cocomero ha sì un elevato indice glicemico, ma ha anche un basso carico glucidico e dunque alla fine non altera più di tanto la glicemia. Consumato come succo, all'interno di estratti o di frullati l'anguria mantiene inalterate le sue proprietà.
Infine, i consigli degli esperti per scegliere un buon cocomero: più pesa, meglio è.

Molto importante è anche osservare il colore del punto dove il frutto appoggiava sul terreno, che dovrebbe essere color crema-giallo e non bianco, perché in quel caso vorrebbe dire che il cocomero non è molto maturo.


CIBO DEGLI ANGELI
Mark Twain sosteneva che mangiare cocomero è «sapere cosa mangiano gli angeli». A dire il vero, ma il sapore degli antenati di questo frutto era tutt'altro che celestiale: ill cocomero primordiale era rotondo, duro, amaro e insipido, per nulla attraente. Ci sono voluti secoli e secoli di selezioni per arrivare al cocomero che conosciamo noi. Ippocrate tesseva le lodi del pepone e lo prescriveva come diuretico e come rimedio per il colpo di calore nei bambini, mentre Plinio il Vecchio nella sua Historia Naturalis ne esaltava le proprietà rinfrescanti. Fino al 400 d.C. la polpa del cocomero aveva ancora una sfumatura giallo-arancio. Solo grazie ad una serie di incroci nei secoli successivi il frutto avrebbe assunto il suo familiare colore rosso, il gene che lo determina tra l'altro va di pari passo con quello che ne condiziona il contenuto zuccherino.

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