Covid, salgono a sette i carabinieri positivi a Sulmona

Covid, salgono a sette i carabinieri positivi a Sulmona
Covid, salgono a sette i carabinieri positivi a Sulmona
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Domenica 13 Settembre 2020, 10:06

 I contagi in divisa salgono a sette: sette carabinieri di Sulmona, tre della Radiomobile e quattro della stazione, che sono risultati positivi al Covid-19. Un focolaio esterno e circoscritto, perché la rapida verifica sul resto dei militari ha dato esito negativo. Il servizio, assicura il capitano Maurizio Dino Guida, sarà comunque garantito, anche perché fatta eccezione per i positivi (tutti asintomatici) posti in quarantena, il resto della compagnia, con le sue tredici stazioni satellite, è perfettamente operativa. Situazione sotto controllo, insomma, almeno in caserma, perché nel resto del territorio i numeri continuano a crescere, anche se la prevenzione comincia a dare i suoi frutti: tra i positivi di ieri, ad esempio, c’è anche la madre di un giovane che doveva partecipare alla Corsa degli Zingari a Pacentro e che è stata individuata proprio grazie al tampone obbligatorio a cui è stato sottoposto il figlio prima della gara (a cui ovviamente non ha partecipato, essendo risultato dubbio).

I numeri restano importanti però in Valle Peligna con 166 casi accertati in questa seconda ondata, partita poco più di un mese fa e che comunque ha già visto i primi contagiati aver negativizzato il virus. La città con più casi resta il capoluogo peligno dove i Covid sono ad oggi 86, anche se in proporzione il paese più colpito è Bugnara che con 33 casi, su poco più di mille abitanti, ha la percentuale più alta di positivi; seguita da Pettorano sul Gizio che di casi ne registra 24. In questi tre Comuni, per questo, la Regione ha imposto con un’ordinanza molto criticata l’obbligo della mascherina h24, la chiusura alle ore 20 dei locali pubblici e il divieto di feste e sport di contatto. Una decisione che ha provocato la reazione degli operatori commerciali i quali ieri hanno scritto al presidente Marco Marsilio chiedendo di non prorogare il divieto quando, il prossimo 16 settembre, scadrà l’ordinanza. «Alla luce dei nudi dati numerici emersi dall'esito dei tamponi eseguiti sui residenti in città, che danno lo 0,33% di positivi rispetto ai residenti con pochi casi di ospedalizzazione e nessuno in terapia intensiva» minimizzano le sette tra associazioni e comitati di categoria secondo i quali la situazione è gestibile con l’uso delle mascherine e il distanziamento, tanto più che i focolai sono nati in feste private e ambienti di lavoro e non nei bar. Per questo chiedono un potenziamento dell’ospedale, piuttosto che misure restrittive e alla Regione presentano il conto del danno all’immagine. 

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