Folla a Campo Felice, seconde case e gare dei figli: i trucchi dei romani per non rinunciare allo sci

Folla a Campo Felice, seconde case e gare dei figli: i trucchi dei romani per non rinunciare allo sci
di Stefano Dascoli
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Lunedì 22 Febbraio 2021, 06:47 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 14:33

Tutti atleti pur di mettere gli sci ai piedi. Perché la montagna non è vietata a chi disputa le gare. C'è persino una famiglia arrivata a quota 1.750 metri, in cima alla pista Brecciara, spingendo il passeggino sulla neve. Un'impresa quasi da record, emblematica di ciò che è successo nel weekend a Campo Felice, una delle principali stazioni sciistiche abruzzesi, tra le più amate dai romani. Pienone da pre-Covid, immortalato dalle immagini di un video, diventato virale in Rete, che ha fatto esplodere il caso assembramenti. In realtà in pista ci sono stati non più di 4-500 atleti a giornata, quelli autorizzati a partecipare alle gare della Federazione italiana sci (Fisi): il trofeo Pinocchio, quello Baby e cuccioli e il master Città di Roma.

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IL PROBLEMA
Il problema-affollamento è nato fuori dal circuito degli impianti. Sono gli accompagnatori: si tratta per lo più dei genitori dei minori, autorizzati a muoversi dal Dpcm del 14 gennaio che, a partire dal 16 dello stesso mese, consente il rientro nelle seconde case, anche fuori regione. Moltissime, in questa zona, appartengono ai romani. E così l'escamotage è presto servito: con la scusa delle gare di sci del figlio si approfitta per una ciaspolata, una passeggiata in quota o magari un pic-nic o un barbecue sulla neve. Tutto perfettamente legale. A patto, ovviamente, che non si violino le regole anti-contagio e, quindi, non ci assembri.
Questo non è avvenuto, almeno stando al report del comandante dei carabinieri della Compagnia di Avezzano, Luigi Strianese che smentisce la raffica di sanzioni e conferma qualche sporadica multa: «Il Dpcm giustifica gli spostamenti verso le seconde case, non certo la violazione delle misure di prevenzione del contagio.

Da dicembre facciamo i controlli quotidianamente sulle piste di Campo Felice e Ovindoli. Nel weekend, con le gare, cerchiamo di intensificarli». «Quel video racconta Luca Lallini, amministratore della Campo Felice Spa è stato strumentalizzato. Forse è addirittura frutto della tensione che c'è tra gli allenatori, pagati per lavorare e i maestri di sci, che sono fermi. In ogni caso c'erano due gare della Fisi, di cui una di bambini: è chiaro che con loro arrivano anche i genitori. Il problema, semmai, è un altro: intorno ci sono terreni di uso civico e servono controlli, non abbiamo la facoltà di dire a qualcuno di andare via».


LE PISTE
Sulle piste e sugli impianti vengono fatte rispettare le norme previste dalle linee guida per il distanziamento, la protezione e la sanificazione. Significa capacità dimezzata per le seggiovie e obbligo di mascherina durante il trasporto in quota. Nei ristori si fa solo asporto. «La gente era dappertutto prosegue Lallini Ho trovato persone anche a quota 1.950 metri. La montagna, d'altronde, non si può chiudere. Si badi bene: tutti questi passeggiatori qui non portano un euro. Noi lo stiamo facendo solo per tenere alta la voce della montagna che sta morendo». Secondo Federfuni in Abruzzo con la mancata riapertura dello sci si sono persi 21-22 milioni di euro solo di skypass. Senza contare tutto il resto. In un weekend come quello appena trascorso Campo Felice avrebbe ospitato 10 mila persone al giorno. «Ci hanno abbandonato dice Lallini -: la stagione è ormai finita, compiremo un anno di chiusura a marzo e non abbiamo ancora preso un centesimo. Servono aiuti seri, altrimenti sarà difficile anche riaprire il prossimo inverno. E 250 persone, quelle che lavorano qui, resteranno ancora a casa».

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