Parolisi, il fratello di Melania Rea: «Se uscirà dal carcere, Salvatore non vedrà la figlia»

Parolisi, il fratello di Melania Rea: «Se uscirà dal carcere, Salvatore non vedrà la figlia»
di Teodora Poeta
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Mercoledì 3 Giugno 2020, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 09:25

«L’ergastolo purtroppo lo abbiamo preso noi e non lui che è riuscito ad accedere anche al rito abbreviato». Non si dà pace Michele Rea, fratello della povera Melania, la giovane mamma 29enne di Somma Vesuviana uccisa il 18 aprile del 2011 con 35 coltellate dal marito Salvatore Parolisi, all’idea che probabilmente già tra qualche giorno l’assassino di sua sorella potrebbe uscire dal carcere di Bollate dov’è detenuto per godere dei primi permessi premio. Un’idea che però ancora non trova conferme perché l’ex caporal maggiore dell’Esercito, poi degradato dopo la sentenza definitiva a venti anni, a quanto pare potrebbe non aver ancora presentato la richiesta al magistrato di sorveglianza. Sono i suoi stessi difensori a ribadirlo. Anche perché si tratta di una domanda che i detenuti solitamente avanzano autonomamente e Parolisi, ormai, un’infarinatura di giurisprudenza ce l’ha visto in questi anni in carcere da detenuto modello si è diplomato perito agrario e ora aspira a laurearsi in Legge.

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«Io credo che dopo 9 anni rinchiuso, chiunque, alla prima occasione utile faccia richiesta per poter usufruire dei permessi premio anche se mi auguro con tutto il cuore che un il giudice non glieli conceda», ammette Michele Rea. «E’ già gravissimo che abbia potuto usufruire dello sconto di pena che ha avuto e mi riferisco al rito abbreviato al quale ha potuto accedere, cosa che oggi non è più concessa fortunatamente, ma le leggi si sa non sono retroattive, adesso veniamo a sapere che potrà pure uscire anche solo per qualche ora, come volete che possiamo sentirci?».

Il pensiero fisso di Michele è per sua nipote, che a ottobre compirà 11 anni, la figlia di Melania, all’epoca una bambina di appena 18 mesi, rimasta orfana di madre con il tribunale dei minori che ha revocato a Parolisi la potestà genitoriale e l’ha affidata ai nonni materni. «E’ lei che con il tempo ha preso autonomamente la decisione di non avere più rapporti con i nonni paterni, con i quali ci sono sporadiche telefonate», racconta Michele. «Ha scelto noi come famiglia».

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