Servirà un'approfondita analisi del Dna per chiarire se ci sia stata o meno violenza sessuale reiterata tra cugini, così come denunciato da una ragazza di 18 anni di Alba Adriatica, oppure come fermamente negato dal ragazzo di 34 anni di Tortoreto, che ora è indagato per stupro aggravato dal sostituto procuratore di Teramo, Silvia Scamurra. Il caso di presunta violenza sessuale, emerso tra Tortoreto ed Alba Adriatica, oltre ad aver diviso cugina e cugino sta spaccando anche un'intera famiglia.
I fatti denunciati dalla ragazza fanno riferimento a due distinti episodi, che sarebbero avvenuti a novembre dello scorso anno, quando lei era appena diciottenne, e successivamente a gennaio di quest'anno.
L'incubo
Una sera di fine gennaio, approfittando del fatto che la cugina fosse sola nel suo appartamento, il cugino sarebbe passato a trovarla e l'avrebbe nuovamente sopraffatta in camera da letto e poi stuprata, nonostante lei si opponesse con tutte le sue forze. La denuncia dei due episodi è avvenuta nelle ore successive alla seconda violenza, dopo che la vittima si è recata in ospedale per le cure e per eseguire gli accertamenti probatori che nei giorni scorsi sono stati rimessi all'attenzione del magistrato inquirente per definire gli accertamenti d'indagine conseguenti. Il sostituto procuratore ha assegnato l'incarico a una biologa della Asl di Terni, che in 45 giorni sarà chiamata a confrontare il Dna rilevato sui tamponi eseguiti sulla ragazza in ospedale sia con il Dna del cugino che con il Dna del fidanzato convivente. Il 34enne di Tortoreto, difeso dall'avvocato Libera D'Amelio, ha sempre negato qualsiasi addebito da parte della ragazza, accettando di sottoposti al test salivare del Dna con la certezza di essere scagionato da ogni accusa. Per la vittima il confronto tra la sua saliva e quella del fidanzato e del cugino potrebbe invece rappresentare una prova decisiva a sostegno della sua denuncia.