Sisma Balsorano, Moretti: «La zona è pericolosa, nel 1349 si verificò un Big One»

Sisma Balsorano, Moretti: «La zona è pericolosa, nel 1349 si verificò un Big One»
di Stefano Dascoli
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Venerdì 8 Novembre 2019, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 10:10
L'AQUILA Il terremoto di 4.4 avvenuto al confine tra Abruzzo e Lazio, tra la Marsica e il Frusinate, si colloca in un'area ad altissima pericolosità sismica. L'evento sismico storico più prossimo all'area dell'evento è quello del 1654, per il quale si è stimata una magnitudo pari a 6.4. A nord e a sud sono avvenuti in passato altri forti terremoti, come quello del 1915 nella zona della Marsica, e nel 1349 al confine tra Lazio e Molise.

E' in particolare quest'ultimo riferimento storico a preoccupare di più: quasi tutti gli studiosi sono concordi nell'affermare che il 9 settembre di quell'anno si verificarono almeno due scosse distruttive c'è chi parla di quattro con epicentri diversi e una stima del danno che va dalla Puglia alla Toscana. Altri terremoti storici più recenti sono avvenuti, nell'area, tra gli altri, nel 1922 (magnitudo 5.2) e nel 1984 nella zona della Val Comino (5.9). L'evento di ieri sera è stato preceduto da circa 30 piccoli terremoti e nell'ora seguente sono state registrate 15 repliche.

Tiene alta la guardia il geologo dell'Università dell'Aquila, Antonio Moretti. «La zona è brutta» esordisce subito, mentre è già sul computer per studiare la storia del sisma del 1349. «Fu un evento non molto chiaro - spiega - non si sa ancora bene se fu un terremoto unico o una serie. Distrusse Atina, fece danni a Napoli, Sulmona, arrivando fino a Viterbo e Orvieto. All'Aquila fece crollare Collemaggio che Celestino aveva fatto edificare. E' una situazione lontana nel tempo, non chiarissima, ma lo scenario di danno fu molto esteso. L'ultimo evento di una certa rilevanza nell'area è stato quello del 1654, con un'intensità paragonabile a quella dell'Aquila del 2009».

Moretti analizza anche le caratteristiche della scossa: «E' un po' più profonda del consueto (14 chilometri, ndr), ma è abbastanza normale perché il piano di scorrimento va a sprofondare verso il Tirreno. E' un gemello di quello del 1 gennaio scorso (4.1, epicentro tra Avezzano, Collelongo e Frusinate, ndr). Il meccanismo focale è compatibile con le strutture dell'Appennino, rientra a pieno titolo in questo ambito». E' individuabile la correlazione con una faglia? «Non in maniera evidente perché nella zona non ci sono montagne così alte come nell'Aquilano. Certamente è attinente alla Valle del Liri, da Sora ad Avezzano».

Moretti rivela che sono in corso studi su alcune strutture, «molto strane», nell'area di Sora: «Sono una specie di sinkhole (grandi voragini, ndr), pozzi di sprofondamento, grandi fosse dovute alla risalita di fluidi profondi. In particolare sono presenti nella zona di Campoli Appennino. Potrebbero essere interessanti per eventuali monitoraggi geo-chimici». In sintesi: «Non è una bella zona, è bene che si stia un po' attenti, da 350 anni non avviene un sisma significativo lì, vale lo stesso discorso fatto per L'Aquila».

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