Ucraina, solidarietà e mobilitazione in Abruzzo. La guerra mette a rischio esportazioni e turismo

Abruzzo, la guerra mette a rischio esportazioni e turismo
Abruzzo, la guerra mette a rischio esportazioni e turismo
di Saverio Occhiuto
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Venerdì 25 Febbraio 2022, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 09:12

Preoccupazione ma anche mobilitazione dall’Abruzzo per quel che sta accadendo nel territorio ucraino. Un paese amico, un rapporto consolidato negli anni, fatto non solo di scambi culturali e commerciali ma anche di relazioni umane. Ieri all’Aquila, in piazza Duomo, su iniziativa dell’Anpi, si è svolto un primo presidio per sostenere le ragioni della pace «contro l’irresponsabile corsa al riarmo». Un’altra manifestazione si terrà nel pomeriggio di domani a Pescara, in piazza Salotto, su iniziativa dei movimenti che si battono per fermare la guerra tra Russia e Ucraina: grande attivismo anche sui social nel tentativo di coinvolgere il maggior numero di cittadini. «Siamo a un passo dal baratro – scrive l’Anpi - e a chi governa la Russia, gli Stati Uniti, l’ Ucraina, i Paesi dell’Unione europea, il nostro stesso Paese, chiediamo un atto di responsabilità e di mobilitazione. Prima che sia troppo tardi». In ordine sparso si muovono anche la politica e le istituzioni. Giovanni Legnini, Commissario alla ricostruzione post sisma, si affida a una pagina di storia: «Nata dalla devastazione della guerra, l’Europa non può ammettere nel 2022 l’invasione dell’ Ucraina e l’aggressione ingiustificata alla popolazione civile. Siamo a fianco dei cittadini colpiti, contro la guerra».


CELESTINO V Dalla città di Celestino V, pronta ad abbracciare Papa Francesco, un altro segnale di vicinanza al popolo ucraino arriva dalla deputata Stefania Pezzopane, che con i movimenti Europa, Italia e L’Aquila invita a una immediata reazione, dopo aver manifestato «grande apprensione per quelle famiglie, bambine e bambini, tutti quegli innocenti su cui stanno cadendo bombe». Dalla parlamentare aquilana arriva anche l’invito a schierarsi con nettezza, senza tentennamenti: «Non ci sono terze vie. Le bombe di Putin e l’aggressione al popolo ucraino non consentono più giochi d’equilibrio dialettici: si sta o di qua o di là».
Solidarietà ai cittadini ucraini che vivono in Abruzzo e in Italia è stata espressa ieri, in apertura dei lavori dell’Emiciclo, anche dal presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri. Altrettanto temute sono le ricadute economiche che la guerra può avere sul territorio. Secondo dati forniti da Confartigianato Abruzzo, sono a rischio 86milioni di export. A detta dell’organizzazione di categoria, la guerra in Ucraina, oltre ad ampliare gli effetti della crisi energetica in corso, rappresenta un altro fattore di rischio per le imprese manifatturiere, già alle prese con l’aumenti dei prezzi delle merci, difficoltà di reperimento delle materie prime e del personale, i lunghi tempi di consegna e l’aumento dei costi del trasporto attraverso i container.

Confartigianato riporta anche a quel che accadde nel 2014 in Crimea: «Oggi, come allora, le conseguenze della crisi in atto rischiano di essere scaricate completamente sulle esportazioni verso la Russia, che per l’Abruzzo valgono circa 86milioni di euro».


MERCATO Un altro allarme arriva da Federalberghi, che con l’aggravarsi del conflitto in Ucraina vede minacciato il turismo russo in Abruzzo. Un mercato molto interessante, che prima della pandemia (il riferimento è al 2019) contava 17.532 pernottamenti nelle strutture ricettive della regione, collocando l’Abruzzo al 17mo posto per numero di arrivi in una classifica che vede sul podio la Germania, con 34.798 arrivi, seguita da Svizzera (15.198) e Francia (12.897). Tra le quattro province, la più attiva sul fronte russo è quella di Pescara, con 1.543 arrivi e 5.055 presenze; seguita da Teramo, Chieti e L’Aquila. Una nuova doccia fredda per il presidente regionale di Federalberghi, Giammarco Giovannelli, dopo i colpi durissimi subiti dal settore a causa della pandemia: «Ciò che preoccupa, in questa delicatissima fase, non sono solo gli effetti dei flussi turistici russi verso l’Abruzzo, ma anche la situazione di incertezza in cui stiamo nuovamente piombando».
 

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