Leuca, peschereccio siciliano fa razzia nei mari del Salento: in campo Legambiente

Una lettera al ministero delle Politiche agricole, alla Procura, alla Capitaneria di Porto e alla Regione per denunciare la «mattanza di pesci nel Capo di Leuca» da...

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Una lettera al ministero delle Politiche agricole, alla Procura, alla Capitaneria di Porto e alla Regione per denunciare la «mattanza di pesci nel Capo di Leuca» da parte di un peschereccio siciliano. «Ormeggiato da alcuni giorni a Leuca - scrive Legambiente, raccogliendo le vibranti proteste dei pescatori locali - il peschereccio sta attuando un tipo di pesca particolarmente intensivo, con gravi danni all'habitat marino». SI tratta della tecnica della cianciola, che garantisce una elevata quantità di pescato. 

Anche qualora questo tipo di pesca dovesse rientrare nei canoni di legge, scrive ancora Legambiente, gli impatti sull'ambiente non sono trascurabili. Da qui la richiesta di stop al peschereccio e di modifica della legislazione per renderla più stringente. In Regione, il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e Presidente Mrs ha depositato una interrogazione urgente all’assessore alla caccia e alla pesca, Donato Pentassuglia. «Non bastano i controlli (peraltro assai complicati di notte) per verificare il rispetto dei paletti imposti dalla legge per quanto riguarda distanza, profondità e modalità. Quello che chiedo - spiega Pagliaro - è un intervento deciso della Regione a difesa del nostro patrimonio più prezioso, il mare, che è vita non solo per i pescatori e le loro famiglie ma per l’intera economia salentina. Si metta un argine ad azioni tanto invasive, che causano un impoverimento del nostro mare. Il D.P.R. 1639/68 lo consente: dà facoltà d’intervento al capo del Compartimento marittimo, sentita la commissione consultiva locale per la pesca marittima, di disporre regole per la località d’esercizio della pesca, i periodi di tempo e gli strumenti consentiti. Giù le mani dal mare nostrum! Non possiamo assistere impotenti a scorrerie incontrollate nelle nostre acque, in barba ai nostri marinai che si sforzano di salvaguardarne il fragile equilibrio centellinando la loro attività. Sono a rischio l’economia e il paesaggio, e abbiamo il dovere di difenderli».

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Quotidiano Di Puglia