Una marcia contro i violenti. Contro l’arroganza e la prepotenza. Reagisce così la scuola Pirandello alla nuova aggressione subita nella notte tra sabato e domenica....
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Un raid al quale la dirigente Antonia Caforio ha inteso replicare. E lo ha fatto con un appello alla città, sottoscritto anche dai genitori degli studenti. Un grido di rivolta che proviene da quel quartiere streotipato sinonimo di disagio, ignoranza e malavita al quale sarebbe sciagurato restare insensibili. Proprio perchè proviene da una parte della città epicentro di problematiche di ogni natura. Così per domani la preside ha indetto una marcia al grido di “Uniti contro la violenza”. «All’indomani del nuovo e più grave atto vandalico compiuto ai danni dell’Istituto di scuola secondaria di primo grado “Luigi Pirandello”, presso il quartiere Paolo VI - scrive la combattiva preside - i docenti e tutto il personale della scuola, i genitori e gli allievi intendono rendere manifesta la determinazione a difendere la scuola e a resistere contro le tante e ignobili azioni di violenza di cui la scuola è stata fatta oggetto in questo anno scolastico, in maniera davvero inusitata».
Una denuncia che gronda determinazione e coraggio e rappresenta una chiamata per quella città che, almeno a parole, dice di non volersi arrendere ai violenti.
«La violenza non ha futuro. Questo il messaggio che le diverse componenti della scuola - spiega la dirigente nella sua nota - intendono lanciare e intorno al quale invitano a partecipare tutti i cittadini del quartiere e della città, le associazioni, le parrocchie, le scuole».
La professoressa Caforio aggiunge che la«crescente barbarie a cui abbiamo assistito in questi mesi rafforza ulteriormente la convinzione che la scuola è presidio di legalità, ultimo avamposto di regole da rispettare, ma anche e soprattutto luogo di confronto e dialogo civile, estraneo a qualsiasi forma di violenza».
La marcia si concluderà con un significativo abbraccio della scuola “G. Falcone”. Un abbraccio di e tra docenti e alunni, madri e padri, uomini e donne liberi che a viso aperto chiederanno a tutti gli abitanti del quartiere di schierarsi dalla parte del giusto, dalla parte della scuola, dalla parte della cultura. Senza se e senza ma». Parole alle quali non si può restare sordi. Perché anche il silenzio e l’indifferenza sono complici. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia