Si scava in città per le tubature dell’Acquedotto Pugliese. E il terreno restituisce i tesori della prestigiosa storia di Taranto. Una serie di ritrovamenti che...
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Gli scavi, infatti, sono stati effettuati nel cuore della città, in una zona notoriamente di rilevanza archeologica. Così, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e con l’impegno sul campo di cooperative di archeologi, si è assistito ad una serie di ritrovamenti di assoluto pregio, relativi soprattutto alla necropoli della città greca e romana, con sepolture di varia tipologia databili fra il VI e il I secolo avanti Cristo (tombe a semicamera, a sarcofago, a fossa, olle fittili), con i relativi corredi funerari. Sono stati effettuati anche rinvenimenti collegabili ad attività di culto e artigianali, come il rinvenimento di fornaci per la lavorazione dell’argilla del II secolo avanti Cristo, pozzi obliterati in periodi diversi (dall’età arcaica a quella ellenistica) di antichi tracciati viari in cocciopesto.
Un vero e proprio tesoro che è stato recuperato, con un intervento che è andato a vanti con quello squisitamente tecnico per migliorare la rete idrica della città. In particolare ritrovamenti di pregio ci sono stati in via Liside e nella tomba a semicamera di via Oberdan. Qui c’era una sepoltura infantile con un corredo costituito da una coppetta, da uno skyphos a figure rosse raffigurante una civetta e da una rarissima testa in terracotta.
In via Capecelatro invece è stato trovato un babbuino in terracotta che pure è particolarmente raro trovare in scavi archeologici.
Chiusa la parentesi dei ritrovamenti si è concluso l’intervento tecnico. Aqp comunica infatti che si è provveduto alla sostituzione di vecchie tubazioni con nuove di maggior diametro, per una lunghezza complessiva di tre chilometri e settecento metri. I lavori di adeguamento della rete idrica sono consistiti nello scavo su sede stradale e nella posa in opera di nuovi tronchi, con la contestuale dismissione delle vecchie condutture, collocate sui marciapiedi, e lo spostamento degli allacci di utenza.
Per la particolare e complessa attività di lavoro e al fine di non creare disagi ai cittadini, in fase di approvvigionamento idrico, i tecnici dell’Acquedotto Pugliese hanno utilizzato la tecnologia “Stop System”, che permette di eseguire i collegamenti tra i tronchi stradali e le singole utenze per mezzo di otturatori. Il costo complessivo dell’intervento è stato di un milione e trecentomila euro.
Di valore inestimabile, invece, il ritrovamento dei reperti di una Taranto splendida e purtroppo troppo lontana dalla realtà di oggi. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia