Retata di spacciatori, sei arresti della Polizia: fra loro, anche madre e figlio

Una rete di spacciatori di droga è stata sgominata alle prime luci dell'alba di oggi dalla Polizia di Taranto. In azione gli agenti della squadra Mobile della...

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Una rete di spacciatori di droga è stata sgominata alle prime luci dell'alba di oggi dalla Polizia di Taranto. In azione gli agenti della squadra Mobile della Questura jonica che hanno eseguito sei misure cautelari spiccate dal gip su richesta della procura, con la contestazione di concorso in detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L'operazione è scattata all'alba di questa mattina e ha come epicentro Sava, cittadina del versante orientale provincia jonica. Nel dettaglio il gip Ruberto ha disposto la custodia cautelare in carcere per Monica Paderi, savese di 28 anni, Amerigo D'Uggento, savese di 26 anni, e Antonio Panariti, tarantino di 39 anni. Lo stesso giudice ha decretato gli arresti domiciliari per Gianluca De Stradis, savese di quarant'anni, Francesco Lomartire, savese di 48 anni, e Giovanni Chianura, manduriano di 41 anni.

La retata

Gli arresti sono stati messi a segno dai poliziotti della squadra Mobile di Taranto, con il supporto di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce e del Reparto Cinofili di Bari. Sei i provvedimenti restrittivi eseguiti, tre in carcere e altri tre agli arresti domiciliari. Gli indagati, tra di loro anche una donna di 48 anni e il figlio di 26 anni, sono accusati di aver fatto parte di un gruppo di pusher che avrebbe spacciato cocaina, eroina, hashish e droga sintetica in pillole principalmente nel comune di Sava. Il punto di riferimento della rete di spaccio sarebbe stata una villetta della cittadina jonica, dove i tossicodipendenti arrivavano in auto per acquistare la dose giornaliera.

Gli indagati

Nell'indagine risulta coinvolto anche un ragazzo, figlio della 48enne arrestata, che all'epoca dei fatti era minorenne. Per lui il gip presso il tribunale dei minorenni ha disposto il collocamento in una comunità. Nell'inchiesta sono coinvolte altre tre persone di Lizzano che risultano indagate a piede libero. 

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Quotidiano Di Puglia