I lavoratori dell’Eni chiedono un confronto con le istituzioni e con la città. Una presa di posizione...
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Una presa di posizione che arriva all’indomani dell’allarme che si è scatenato, soprattutto sui social, in occasione del black out di venerdì. Black out innescato da un fulmine che si è abbattuto su una delle stazioni di alimentazione elettrica della grande raffineria che si trova proprio alle porte del capoluogo jonico.
Il blocco dell’alimentazione elettrica dell’impianto ha innescato la procedura di emergenza con il ricorso alle torce di sicurezza che hanno bruciato il gas in eccesso. Ma proprio quelle sfiammate e le nubi nere che hanno sviluppato, inevitabilmente, hanno seminato preoccupazione. Ecco quindi la scelta dei lavoratori della raffineria che sono intervenuti dopo l’episodio con una nota attraverso la confederazione e i sindacati di categoria della Cgil e indirizzata al sindaco e all’assessore all’ambiente del Comune di Taranto e per conoscenza al prefetto Cafagna.
Una nota, firmata dal segretario generale della Cgil, Paolo Peluso, dal segretario generale della Filctem, Giordano Fumarola e dagli Rsu Cgil in Eni, per richiedere in primis un incontro urgente all’amministrazione anche al fine di “evitare di che si ingenerino facili giudizi e inappropriati commenti” su una problematica che riguarda l’intera comunità, ma in prima battuta soprattutto i lavoratori. Insomma i lavoratori rivendicano ruolo e visibilità anche a fronte di notizie spesso lanciate sul web senza una vera valutazione degli effetti.
«Crediamo si debba andare oltre le dichiarazioni ad effetto - spiega Paolo Peluso - e pensare anche alle soluzioni da proporre in situazioni come quella derll’altro giorno». Soluzioni che i lavoratori avrebbero modo di porre all’attenzione dei rappresentanti istituzionali se si potesse contare sulla disponibilità ad un confronto perenne su questioni delicate come quella che attengono il mondo del lavoro, la sicurezza e la salute di cittadini e lavoratori.
Il tema dell’approvvigionamento elettrico dello stabilimento riguarda gli standard di funzionamento, sul quale già 3 anni fa si era tentata una discussione in città.
«La conoscenza accurata e approfondita di questi processi è indispensabile per sapere come e cosa fare – concludono – ma anche per promuovere il cambiamento partendo proprio dalla voce di chi all’interno di quella fabbrica sa e può dire molto». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia