Indotto della Marina Militare abbandonato e promesse mai mantenute. Il concetto è ribadito a poche ore dal sit-in che si terrà domani dinanzi a Maricommi: a tuonare...
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L’iniziativa dei sindacati è prevista per domani dalle 9.30 a mezzogiorno in via Acton e Pugliese ribadisce i concetti di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Trasporti. I numeri dell’indotto spiegano la rabbia dei sindacati: per esempio i 150 addetti delle aziende del servizio pulizia e sanificazione a rischio stipendi o i 400 che danzano tra incertezze e cassa integrazione.
«I lavoratori dell’indotto della Marina sono abbandonati al loro destino – attacca il segretario generale della Uil - Che fine hanno fatto i soldi del piano per Taranto? Il Governo ha ancora la volontà politica di investire sull’Arsenale? Se non fosse che la faccenda è tremendamente seria, con centinaia di lavoratori che da mesi non percepiscono il proprio salario con regolarità o usufruiscono del salvagente degli ammortizzatori sociali, si potrebbe dire, con una battuta, che sono le solite promesse da marinaio».
Aldo Pugliese racconta poi la sua versione sugli investimenti per Taranto.
Nel Cis, infatti, fu inserita in extremis una dote apposita per l’Arsenale militare di Taranto. In particolare per rinvigorire il cosiddetto Piano Brin, una serie di investimenti per riqualificare diverse zone operative all’interno del sito tarantino.
«Occorre un intervento deciso del Governo centrale – attacca infine Pugliese – un intervento concreto però, che vada oltre le puntate in terra jonica di De Vincenti che non ha perso occasione per promettere denari su denari, salvo poi abbandonare tanti lavoratori al loro destino. Non è concepibile che la Marina Militare non garantisca il pagamento delle retribuzioni di tanti lavoratori tarantini, così come non è concepibile, più in generale, la modalità con la quale si gestiscono gli appalti. Noi siamo e saremo al fianco della protesta di questi lavoratori, finché non arriveranno risposte concrete e, soprattutto, condivise. Finché, insomma, il Governo non darà dimostrazione tangibile di voler riprendere a investire seriamente nell’Arsenale e nelle competenze e professionalità dell’indotto». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia