Taranto, ex dirigenti Ctp assolti dall'accusa di aver gonfiato le buste paga

Taranto, ex dirigenti Ctp assolti dall'accusa di aver gonfiato le buste paga
Cancellata dalla Corte di Cassazione la condanna inflitta in primo e secondo grado a tre ex dirigenti del Consorzio Trasporti pubblici della Provincia di Taranto. Il verdetto...

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Cancellata dalla Corte di Cassazione la condanna inflitta in primo e secondo grado a tre ex dirigenti del Consorzio Trasporti pubblici della Provincia di Taranto. Il verdetto definitivo è arrivato nella serata di lunedì ed ha chiuso un processo lungo che ha visto al centro il caso relativo alle retribuzioni dei dirigenti finiti sotto processo. Nel dettaglio la Cassazione ha annullato senza rinvio, perché il fatto non sussiste, e quindi ha cancellato definitivamente le condanne inflitte a Michele Ciccimarra, Cosimo Rochira e Luigi Pacucci.

Le accuse

I tre erano chiamati in causa per le funzioni ricoperte in passato di direttore d’esercizio, direttore generale e dirigente del settore economico e finanziario. Per tutti l’accusa era quella di concorso in peculato. Al centro del processo, come si è accennato, le presunte irregolarità che erano state ravvisate nella compilazione delle buste paga dei dirigenti del Consorzio. In sostanza i tre erano chiamati a rispondere della presenza nelle loro buste paga di voci che secondo la lettura dell’accusa non erano dovute. Elementi che, secondo il pubblico ministero, avevano fatto lievitare in maniera indebita la retribuzione dei dirigenti con conseguente danno per le casse del Ctp. Al processo si era giunti dopo le indagini avviate dalla procura all’indomani di una denuncia arrivata a palazzo di Giustizia. A seguito di quell’esposto, infatti, vennero commissionate verifiche mirate ai militari della Guardia di Finanza. Sulla base del loro rapporto, quindi, quelle voci connesse allo stipendio vennero ritenute indebite. Di qui la contestazione di peculato che inizialmente riguardava anche un altro dirigente ma anche un ingente sequestro patrimoniale a carico degli imputati che ora sarà revocato. 

In secondo grado una assoluzione e tre condanne

Al varco del secondo grado di giudizio, per uno degli imputati scattò l’assoluzione, per non aver commesso il fatto. Per gli altri tre, invece, venne confermata la condanna, anche se ridotta rispetto al primo grado di giudizio. La Corte d’Appello di Taranto, nel dettaglio, decretò la condanna a 3 anni, 4 mesi e 26 giorni per Michele Ciccimarra, e a 3 anni, 4 mesi e 16 giorni per Cosimo Rochira e Luigi Pacucci. I magistrati di secondo grado, inoltre, disposero anche il pagamento di una provvisionale complessiva di 35.000 euro in favore dell’azienda che si è costituita parte civile nel procedimento. Un quadro sfavorevole ai tre imputati che l’altra sera è stato spazzato via dalla decisione della Corte di Cassazione, chiamata ad esprimersi sui ricorsi con i quali i legali dei tre imputati hanno impugnato la decisione della Corte d’Appello. Le argomentazioni dei ricorsi, evidentemente, sono stati condivisi dalla Cassazione che ha annullato le condanne e ha assolto i tre imputati, che sono stati assistiti dagli avvocati Franz Pesare, Eligio Curci, Antonio Raffo, Stefania De Vincentis e Enzo Vozza.

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Quotidiano Di Puglia