Scontro su Ilva, Melucci contro i ministri

Scontro su Ilva, Melucci contro i ministri
Un dialogo finito prima d’incominciare, incrinato dalla solita conclusione e inaridito da pregiudizi che potrebbero scontrarsi con un’atroce indifferenza...

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Un dialogo finito prima d’incominciare, incrinato dalla solita conclusione e inaridito da pregiudizi che potrebbero scontrarsi con un’atroce indifferenza istituzionale. Non c’è connessione tra il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e i tre ministri che più di tutti conoscono meglio di altri nel governo le problematiche che attanagliano la città: De Vincenti, Calenda e Bellanova. Il primo cittadino in una nota stampa inviata ieri pomeriggio alle redazioni ha usato toni forti che mettono in discussione lo stile istituzionale di coloro i quali avrebbero dovuto informarlo per «garbo istituzionale» delle loro visite nel capoluogo jonico, i ministri.

«Buffa questa usanza che ultimamente caratterizza ministri e vice ministri del governo, peraltro con deleghe importantissime, di fare comparsate a Taranto senza prevedere un saluto al sindaco, di non accertarsi che negli incontri cui vengono invitati sia prevista la presenza del primo cittadino o, peggio ancora, di organizzare improvvisate conferenze stampa davanti alla prefettura per toccare argomenti sensibili della mia comunità, senza rispettare le basi minime del garbo istituzionale». È quanto scrive Melucci, facendo particolare riferimento all’ultima visita della viceministra allo Sviluppo economico Teresa Bellanova, ma non solo.
 
«Buffa, altresì, la recente dichiarazione del ministro De Vincenti - prosegue il sindaco di Taranto - che parla di “soluzione non logica”, circa l’intenzione di impugnare il Dpcm sull’Aia Ilva. Se il ministro me lo avesse detto vis a vis, lo avrei pregato, sempre di persona, di concedermi il beneficio del dubbio, considerato che ad oggi non si registrano mie dichiarazioni poi rivelatesi illogiche, false o superficiali». 

Il sindaco di Taranto invita dunque i ministri a «mantenere sempre alto il livello del dibattito senza scadere in dichiarazioni al limite dell’offensivo, quando si commentano scelte che tutto sono fuorché teatrali o dettate dal desiderio di ribalta, clamore o vetrina elettorale». Un monito che il primo cittadino puntualizza pure: «A Taranto - scrive - ci si ammala sul serio e si lotta drammaticamente per il posto di lavoro. Di sicuro al Comune nessuno ci scherza su» e formula ancora una volta un invito ai ministri a mantenere «nella forma il decoro e il rispetto che la città merita». Melucci, infine, annuncia che tornerà dal «ministro Calenda con evidenza del deposito del ricorso che tutta Taranto attende, anche considerato che avevamo richiesto al Mise per la data di venerdì 24 novembre - conclude - una convocazione formale per Taranto e non è mai giunto alcun utile riscontro». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia