Alla vigilia dell’incontro per il piano ambientale dell’Ilva a Roma con il nuovo acquirente del gruppo siderurgico, la Fiom Cgil torna a sollecitare la rimozione...
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Il sindacato già il 22 maggio scorso aveva denunciato la necessità di istituire un tavolo di confronto per la gestione dell’emergenza amianto in Ilva, con particolare riferimento alla individuazione di eventuali altri materiali contenenti amianto e alla programmazione degli interventi di bonifica.
La Regione Puglia a seguito della denuncia della Fiom invitava l’Arpa Puglia e l’Asl di Taranto a effettuare un’ispezione volta all’accertamento della presenza di materiali contenenti amianto, nonché alla valutazione del relativo stato di conservazione e all’esecuzione di campionamenti d’aria per la determinazione della quantità di fibre aerodisperse e la successiva valutazione del rischio sanitario.
La Fiom Cgil, nonostante siano passati sei mesi dalla nota della Regione Puglia, torna a scrivere denunciando di non aver ad oggi ricevuto alcuna informazione non solo relativamente alle risultanze delle attività ma neanche all’eventuale avvio delle stesse.
I metalmeccanici della Cgil chiedono quindi alla Regione Puglia lo stato di attuazione delle attività richieste ad Arpa Puglia e all’Asl con la nota del 30 maggio sottolineando che «l’amianto rappresenta una grande criticità, sia in riferimento all’esposizione al rischio dei lavoratori sia in riferimento al rischio ambientale, aggravata dall’eventuale presenza di materiale contenente amianto non censito».
Più volte, spiegano in una lettera il segretario generale di Taranto Giuseppe Romano e il componente della segreteria provinciale Francesco Brigati, è stata evidenziata la necessità di conoscere non solo la mappatura ma anche il piano di bonifica «ncluso il cronoprogramma, i tipi e lo stato di amianto, i procedimenti applicati per la bonifica, il numero e i dati anagrafici degli addetti, le caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto e le misure adottate e in via di adozione per la tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente».
Domani, in occasione dell’incontro al Mise sul piano ambientale presentato da Am InvestCo, la società controllata da ArcelorMittal che sta acquisendo l’Ilva, la Fiom chiederà al Governo di modificare l’articolo 13 del Dpcm che prevede lo smaltimento di amianto entro il 23 agosto 2023.
«Le 3750 tonnellate di amianto censito ancora da smaltire, oltre alle 1750 tonnellate già smaltite dalla gestione commissariale necessitano di un tavolo tecnico specifico, con i Ministeri competenti, per garantire la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e per allontanare dalle fonti di rischio gli stessi lavoratori anche attraverso l’estensione dei benefici previdenziali da esposizione ad amianto per gli stessi dipendenti Ilva», concludono Giuseppe Romano e Francesco Brigati. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia