La criminalità non allenta la morsa dei furti nelle terre del Primitivo. Dopo lo spettacolare trafugamento di due trattori ed altre macchine agricole dell’azienda...
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L’appezzamento in contrada Marrocco dove è avvenuto quest’ultimo furto di piante di Primitivo, si trova non molto distante dalla cosiddetta «strada del canale», una rete di viabilità di servizio di proprietà del Consorzio di bonifica Arneo che dal tarantino attraversa il versante orientale della provincia di Taranto per immettersi nella provincia leccese.
Nonostante ingenti le forze messe in campo - anche su volontà del prefetto di Taranto che aveva convocato per questo i componenti del comitato provinciale della sicurezza -, il bottino non è stato ancora scoperto. E più passa il tempo, più l’imprenditore derubato, Gregory Perrucci, dispera ormai di rivedere i suoi beni del valore complessivo di circa 150 mila euro. E’ di ieri lo sfogo lasciato dall’imprenditore Perrucci sul suo profilo Facebook dove ha annunciato l’interruzione delle ricerche personali (con un aereo ultraleggero ha sorvolato per giorni l’area di campagna dove i ladri potevano aver nascosto gli ingombranti mezzi). «Con questo post – scrive il vinificatore del Primitivo -, sgombro il campo e lascio nelle mani dello Stato e delle sue Istituzioni la vicenda dei nostri trattori rubati». Non senza polemiche, poi, Perrucci scopre un nervo dolente. «Lo stesso Stato – dice Perrucci - che ci chiede conto in tempo reale di ogni spostamento di ogni litro di vino, che impone la “tracciabilità” del contante e persino di ogni banconota di grosso taglio, che filtra ai raggi X ogni pratica, ogni domanda, ogni iniziativa e la rallenta. La nostra vicenda – conclude - ha scoperchiato il fenomeno molto più vasto della criminalità all’assalto dell’agricoltura e c’è ancora chi pensa a controllare nei campi la tenuta delle scarpe antinfortunistiche, la conformità delle forbici, il patentino dei fitofarmaci». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia