Ex Ilva, cassa integrazione da fine settembre per 13 settimane

Il siderurgico di Taranto
Sono giorni turbolenti sul fronte ex Ilva di Taranto. Scatterà infatti il 27 settembre la cassa integrazione ordinaria per 3.500 dipendenti di Acciaierie d'Italia a...

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Sono giorni turbolenti sul fronte ex Ilva di Taranto. Scatterà infatti il 27 settembre la cassa integrazione ordinaria per 3.500 dipendenti di Acciaierie d'Italia a Taranto. La comunicazione dell'azienda è stata inviata nella giornata di ieri alle sigle sindacali metalmeccaniche. Acciaierie d'Italia ha annunciato che la nuova cig avrà una durata di tredici settimane, riguarderà operai, impiegati e quadri (3.500 dipendenti è il numero massimo come media settimanale), e sarà in continuità con quella post Covid (in scadenza il 25 settembre e durata anch'essa 13 settimane) e con tutti gli altri precedenti periodi di cassa.

La comunicazione

Nella lettera inviata a Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Usb e Ugl, nonché a Confindustria Taranto, il direttore delle Risorse umane Arturo Ferrucci ne ha spiegato le ragioni. Secondo l'azienda - è scritto - «nonostante nel generale contesto di mercato siano oggi percepibili segnali ottimistici nella crescente e maggiormente stabile domanda di acciaio», il blocco produttivo dei mesi scorsi «ha condizionato e continua ad incidere in modo inevitabile sulla possibilità di poter saturate gli impianti di laminazione e rilavorazione a valle del ciclo produttivo sia per lo stabilimento di Taranto ma anche per i centri di lavorazione e laminazione a freddo del Nord Italia (Genova, Novi Ligure e Racconigi) con ovvie ricadute sulla possibilità di impiego in modo continuativo del personale addetto a tali impianti». Ferrucci ha fatto quindi riferimento alla fermata non programmata dell’altoforno 2, «che ha riguardato la riduzione della capacità produttiva di ghisa di circa 5mila tonnellate al giorno, con conseguente fermata dell’acciaieria 1», e alla fermata dell’altoforno 4 per 60 giorni da aprile a giugno di quest'anno, «con ulteriore mancata produzione di circa 5mila tonnellate giorno di ghisa con conseguente fermata dell’acciaieria 1».

I sindacati

Già mercoledì, quando l'azienda ha convocato le organizzazioni sindacali per la presentazione del nuovo responsabile delle relazioni industriali dello stabilimento, Pietro Golini, era stata anticipata la decisione di procedere con la cig. Ed era subito emerso il disappunto di Fim Fiom e Uilm, che hanno evidenziato la criticità rappresentata da una gestione unilatera della cassa integrazione. In una nota, poi, hanno ribadito inoltre la necessità di un intervento del governo per discutere del piano industriale e di un ammortizzatore sociale speciale per migliaia di lavoratori da anni in cassa integrazione. L'obiettivo è di dare una prospettiva certa agli operai che subiscono questa situazione. Martedì, invece, i cassintegrati di Ilva in amministrazione straordinaria hanno manifestato a Bari, davanti alla sede della presidenza della Regione Puglia, su iniziativa dell'Usb. L'Unione sindacale di base ha proposto ancora una volta di affidare a questa platea di operai in cig i lavori di pubblica utilità, con la speranza che la presentazione del piano industriale di Acciaierie d’Italia preveda che alcuni di essi possano essere riassorbiti.

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Quotidiano Di Puglia