Caso Ilva, si spacca il M5S a Taranto: il consigliere comunale Battista si rende indipendente

Caso Ilva, si spacca il M5S a Taranto: il consigliere comunale Battista si rende indipendente
Caso Ilva, si spacca a Taranto il Movimento 5Stelle. Il consigliere...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

Leggi l'articolo e tutto il sito quotidianodipuglia.it

1 Anno a 9,99€ 69,99€

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.

L'abbonamento include:

  • Accesso illimitato agli articoli su sito e app
  • La newsletter del Buongiorno delle 7:30
  • Tutte le newsletter tematiche
  • Approfondimenti e aggiornamenti live
  • Dirette esclusive
Caso Ilva, si spacca a Taranto il Movimento 5Stelle. Il consigliere comunale di Taranto Massimo Battista, operaio del siderurgico, eletto nelle amministrative del giugno 2017, ha lasciato il Movimento 5Stelle e si è dichiarato indipendente non avendo condiviso le scelte del movimento sul caso Ilva. «Il M5S - ha affermato nel corso di una conferenza stampa Battista, già portavoce del comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti - ha tradito l’elettorato di Taranto perché ha sempre parlato di chiusura dello stabilimento e di riconversione economica. In che modo? Smantellando quegli impianti obsoleti, bonificandoli e decontaminandoli con la forza lavoro che opera all’interno di quella fabbrica». Battista, scrive l’Ansa, chiarisce di aver rassegnato le dimissioni dal Movimento per rendersi indipendente, «libero di questa città per rispetto di quelle 1014 persone che hanno riposto fiducia in me. Il movimento ha fallito». Battista ha precisato di aver avuto due incontro con Di Maio: «uno il 12 giugno, quando fui convocato per l’indomani al Mise e spiegai le ragioni per le quali la fabbrica va chiusa e in che maniera va chiusa, poi il 30 luglio, quando ci fu la tromba d’aria che invase la città e il rione Tamburi creando una nube infernale di polveri. Il movimento per me non esiste più perché ormai non è più “uno vale uno”, ma le decisioni vengono prese dall’alto senza tener conto della base. Il vicepremier - aggiunge l’operaio del Siderurgico - aveva promesso che sarebbe venuto a Taranto per visitare lo stabilimento e mi aveva chiesto anche quanto tempo poteva stare all’interno della fabbrica per vedere con i suoi occhi come funziona il ciclo produttivo, ma questo non è avvenuto». Secondo Battista, «la cosa più grave accaduta negli ultimi giorni è che nessuno del M5S a Taranto è stato messo al corrente della firma di quell’accordo sindacale. Basti pensare che l’incontro era previsto al Mise alle ore 14 del 6 settembre e Di Maio, con sindacati, Mittal e amministrazione straordinaria, si è incontrato il giorno prima ed è stato lui l’artefice della chiusura dell’accordo».
Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia